Il Sacramento della Riconciliazione – La confessione: tutto ciò che c’è da sapere e come fare una buona confessione

Il ‘‘Sacramento della Riconciliazione’’, altresì conosciuto come confessione, è di importanza primaria. Sacramento supremo e vitale, è di un’importanza talmente radicale, ed in quanto tale inscindibile dalla vita di un fedele, che può sembrare quasi pletorico parlarne tra chi già mastica fede e dottrina a cattolica. Può sembrarlo, ma non lo è giammai. Chi pensasse «So già tutto» può scegliere liberamente di sentirsi parlare delle medesime cose nuovamente e di rimanere stupito; chi invece è lontano, può scegliere liberamente di avvicinarsi e di udire. Ed ovviamente, non è mai inutile o superfluo dire, esporre, ripetere e veicolare le cose di Dio. Queste sono senza tempo, ed attraverso il tempo vanno necessariamente ricordate.

Giacomo 5, 16 Confessate perciò i vostri peccati gli uni agli altri e pregate gli uni per gli altri per essere guariti. Molto vale la preghiera del giusto fatta con insistenza. 

La confessione è un sacramento necessario, un dono istituito da Cristo per Misericordia di Dio. In esso è ripiegata l’ancora di salvezza per chiunque sia battezzato, abbia creduto, si sia pentito dei suoi peccati e voglia riconciliarsi con Dio. La confessione, per i meriti della Dolorosa Passione di Cristo, vissuta con sincero pentimento e proposito di non ricommettere il peccato, perdona il peccatore per i peccati commessi, cancella i peccati mortali dall’anima e assolve dalla pena eterna (l’inferno), ricollocando l’anima allo stato di grazia, ovvero ad uno stato di amicizia con Dio.

La confessione è fondamentale per la salvezza dell’anima. Chiunque sia in punto di morte in una condizione di peccato mortale, non avendo modo di confessarsi, può ancora salvarsi mediante la confessione di sangue: sincero pentimento del peccato e riconciliazione con Dio in punto di morte. La grazia della penitenza finale degli ultimi 30 secondi.

Ad oggi, ed in particolar modo dall’epoca rinascimentale in poi, molti, purtroppo, hanno smesso di confessarsi e hanno così abbandonato il Sacramento della Riconciliazione. Nel tempo odierno, ed oggi più che mai, vi sono ancora innumerevoli persone che ignorano l’importanza di questo sacramento, nonchè le conoscenze basilari teologiche, storiche e dottrinali ad esso legate. Oggi è in voga un atteggiamento di indifferenza al Sacramento, di astio dominante o altresì di ‘‘Mi confesso una volta l’anno’’: peccato che la Madonna suggerisca una volta al mese 😀

È chiaro che chiunque, battezzato, debba poter accedere al Sacramento e che i sacerdoti abbiano il dovere di esercitare il potere di assolvere nel nome di Gesù Cristo. Credo inoltre che chiunque dovrebbe essere sufficientemente informato sull’argomento, onde evitare di ignorare taluni aspetti, specifici, che sarebbe invece importante conoscere. La conoscenza della confessione, insomma, rientra necessariamente nella vita del cristiano e nell’abc della fede. La gnoseologia sacramentale riveste un’importanza specifica.

Quest’oggi vi presento uno speciale esaustivo che ho realizzato appositamente. Qui potrete sapere davvero tutto sul Sacramento della Riconciliazione: significato e scopo, peccato veniale e mortale, rito sacramentale, consigli, suggerimenti, domande ed esempi di esami di coscienza. Vi invito a leggerlo per intero, prendendovi il tempo che merita, e a condividerlo, qualora lo vogliate. Detto questo, in qualsiasi condizione di fede siate, spero che possa esservi d’aiuto. Spirito Santo, a te mi abbandono e a te lascio l’opera ultima sull’anima.

Giovanni 14, 26 Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v’insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.


Il Sacramento della Riconciliazione

faustina e gesu misericordioso

La confessione – Il Sacramento della Riconciliazione è un atto di riconciliazione; affinchè la riconciliazione sia effettiva e non vana, si chiede che il penitente provi un sincero pentimento del peccato e attui il proposito di non ricommetterlo più. Non dovrebbe, insomma, vivere la confessione come fosse un esercizio sacramentale rituale e meccanico, «magico», che implica l’assoluzione e la cancellazione dei peccati per il semplice fatto di aver ricevuto la formula ecclesiastica dell’assoluzione. Dio sa se siamo effettivamente pentiti e se davvero ci confessiamo in buona fede, oppure se usiamo il Sacramento della Confessione come semplice sotterfugio per scampare all’eventuale stato grave della nostra anima e per sentirci apposto con la nostra coscienza. Durante il Sacramento, non è il confessore, ovverosia il sacerdote, che perdona e assolve, come se fosse la fonte divina del perdono. No, non è lui: è Gesù stesso che assolve e perdona mediante il sacerdote, il quale agisce in persona Christi. Il sacerdote agisce indi “in persona Christi”, sicché, durante l’assoluzione, usa il pronome personale («io ti assolvo…»).

Pentimento sincero e proposito di non ricommettere il peccato – Il sacerdote, in obbedienza al Vescovo, può e deve assolvere i peccati che un penitente confessa, purché questo ne sia pentito e si decida di compiere il proposito di non commetterli più, affinché non abusi della Misericordia. Inoltre è importante che il penitente non viva in una situazione continua di peccato (convivenza, divorzio, adulterio) o in tal caso la confessione sarà vana ed il fedele attuerà di fatto un abuso del Sacramento e della disciplina sacramentale. Qualora mancasse il pentimento e il proposito di non commettere gli stessi peccati, la confessione diverrebbe vana e il penitente ne abuserebbe in modo sacrilego; in questo caso il sacerdote non può e non deve assolvere, come prescrive lo stesso Gesù (Giovanni 20, 21-23).

L’altro impedimento inerente l’assoluzione è, per l’appunto, la stabilità del peccato, che falsifica il proposito di non ricommetterlo, vanificando quindi la confessione stessa. Ho riportato l’esempio dei conviventi e dei divorziati non a caso. Discorso diverso invece è per quelli che si sono pentiti e non vogliono ricommettere gli stessi peccati, ma che poi per debolezza, predisposizione, abitudine contratta e motivi di vario genere finiscono per ricadere nei medesimi; in questo caso bisogna nuovamente rialzarsi, pentirsi sinceramente e cercare di non ricommetterei più, per poi tornare a confessarsi. La Misericordia di Dio è infinita; non è la qualità del delitto, ovverosia la gravità del peccato a non permettere alla Misericordia di agire, ma la mancanza di pentimento nei confronti del peccato da parte della persona.

Cosa non si dovrebbe pensare mai – “Non ho rubato, non ho ammazzato nessuno e non ho fatto l’amore con una sposata; sono apposto!”. “Io non ho peccati, perché non ammazzo, non rubo e non faccio male a nessuno, quindi non ho bisogno di confessarmi.”. “Io non mi confesso perchè ho un rapporto speciale con Dio e mi confesso da solo con Dio; solo lui mi perdonarmi, non il confessore.” Se crediamo ad ognuna o anche solo ad una di queste cose, convincendoci perfino di essere senza peccato, inganniamo noi stessi e ci auto predisponiamo verso la dannazione eterna, avulsi come siamo dal magistero del Corpo Mistico di Cristo. In particolare, tutti coloro che pensano così come mostrato nelle poc’anzi citate logiche pagane, necessitano di essere illuminati al più presto: si preghi per loro, poichè hanno bisogno dei lumi nell’intelletto che solo lo Spirito Santo può dare. È importante che si ravvedano al più presto.

  • Dal diario di Santa Faustina Kowalska, rivelazione privata.

Figlia, quando ti accosti alla santa confessione, questa sorgente della Mia misericordia, scendono sempre sulla tua anima il Mio sangue ed acqua, che uscirono dal Mio Cuore e nobilitano la tua anima. Ogni volta che vai alla santa confessione immergiti tutta nella Mia misericordia con grande fiducia, in modo che io possa versare sulla tua anima l’abbondanza delle Mie grazie. Quando vai alla confessione, sappi che io stesso ti aspetto in confessionale, Mi copro soltanto dietro il sacerdote ma sono io che opero nell’anima. Lì la miseria dell’anima s’incontra col Dio della misericordia. Dì alle anime che da questa sorgente della misericordia possono attingere le grazie unicamente col recipiente della fiducia. Se la loro fiducia sarà grande, la Mia generosità non avrà limiti, i rivoli della Mia grazia inondano le anime umili, i superbi sono sempre nell’indigenza e nella miseria, poiché la Mia grazia si allontana da loro e va verso le anime umili.

Dì alle anime dove debbono cercare le consolazioni cioè nel tribunale della misericordia per ottenere i più grandì miracoli che si ripetono continuamente. Per ottenere questo miracolo non occorre fare pellegrinaggi in terre lontane né celebrare solenni riti esteriori, ma basta mettersi con fede ai piedi di un Mio rappresentante e confessargli la propria miseria ed il miracolo della divina misericordia si manifesterà in tutta la sua pienezza. Anche se un anima fosse in decomposizione come un cadavere ed umanamente non ci fosse alcuna possibilità di risurrezione e tutto fosse perduto, non sarebbe così per Dio: un miracolo della divina misericordia risusciterà quest’anima in tutta la sua pienezza. Infelici coloro che non approfittano di questo miracolo della divina misericordia! Lo invocherete invano, quando sarà troppo tardi!


Il peccato

Ho diviso il suddetto capitolo in due parti: chiarimento del peccato, con relativa esplicitazione su cosa sia, e tipologia del peccato, diviso in veniale e mortale. Vi ricordo che possiamo peccare in pensieri (se volontariamente accolti o addirittura coltivati), parole, opere ed omissioni (ciò che dobbiamo fare e non facciamo).

Il peccato 

  • Il peccato è una ferita al Cuore di Dio; il peccato è privazione di Dio; la privazione di Dio è il male ed il peccato è il frutto dell’albero del male stesso; il peccato è quando si compiono pensieri, atti, opere e omissioni in contrasto con la legge morale; è quando si ferisce e dunque si offende Dio.
  • Il peccato è una mancanza contro la ragione, la verità, la retta coscienza; è una trasgressione in ordine all’amore vero, verso Dio e verso il prossimo, a causa di un perverso attaccamento a certi beni. Esso ferisce la natura dell’uomo e attenta alla solidarietà umana. È stato definito «una parola, un atto o un desiderio contrari alla Legge eterna»
  • Il peccato è un’offesa a Dio: «Contro di te, contro te solo ho peccato. Quello che è male ai tuoi occhi, io l’ho fatto» (Sal 51,6). Il peccato si erge contro l’amore di Dio per noi e allontana da lui i nostri cuori. Come il primo peccato, è una disobbedienza, una ribellione contro Dio, a causa della volontà di diventare «come Dio» (Gn 3,5), conoscendo e determinando il bene e il male. Il peccato pertanto è «amore di sé fino al disprezzo di Dio». Per tale orgogliosa esaltazione di sé, il peccato è diametralmente opposto all’obbedienza di Gesù, che realizza la salvezza.
  • Il peccato è disobbedienza a Dio, che si esplicita nella disobbedienza alla Sua legge. Molte di queste norme morali sono esplicitamente elencate nella Sacra Scrittura, specie nel Vangelo. Altre norme morali si esplicitano, a partire dalla Sacra Scrittura, attraverso l’insegnamento – ufficiale, del Magistero – della Chiesa Cattolica. In riferimento ai 10 Comandamenti letti alla luce dell’insegnamento di Gesù, possiamo (e dobbiamo) vedere cosa implichino, consultando la III parte (n.n. 2052-2557) del Catechismo della Chiesa Cattolica, che va dunque consultato – anche su vatican.va, nella sezione “Testi fondamentali” – per fare un serio esame di coscienza.

 Tipologia di peccati

1) Peccati mortali  privano della grazia di Dio ed impediscono di fare la Comunione; causano uno stato di disgrazia nell’anima del peccatore. Se colui che muore in peccato mortale non si è pentito, egli si ritroverà dinanzi a Dio in uno stato di inimicizia e si porrà volontariamente da sé tra i peccatori non pentiti, scegliendo liberamente di collocarsi all’Inferno. Morire in peccato mortale, impenitente e ostinato, rifiutando ovvero il perdono predisposto dello Spirito Santo, causa la dannazione eterna. I peccati mortali sono tali quando sussistono 3 elementi:

  • materia grave (che sia oggettivamente un peccato grave);
  • piena avvertenza (che lo sappia e che ne sia cosciente anche mentre lo sto compiendo);
  • deliberato consenso (che sia una mia libera decisione).

La materia grave è stabilita nei dieci comandamenti. All’interno dei peccati gravi la gravità non è la medesima per tutti: un omicidio è più grave di un furto. L’ignoranza simulata e la durezza del cuore non diminuiscono il carattere volontario del peccato; anzi, lo accrescono. Invece l’ignoranza involontaria può attenuare se non annullare l’imputabilità di una colpa grave. Si presume però che nessuno ignori i principi della legge morale che sono iscritti nella coscienza di ogni uomo. La consapevolezza e il libero consenso possono essere poi attenuati dagli impulsi della sensibilità e dalle passioni, così come dalle pressioni esterne o dalle turbe patologiche. Il peccato commesso con malizia, per una scelta deliberata del male, è il più grave. Un sincero e profondo pentimento del cuore può salvare dalla dannazione eterna l’anima in peccato mortale in punto di morte.

2) Peccati veniali – sono quelli che non rientrano nella materia grave; oppure sono i peccati gravi attuati senza deliberato consenso e senza la piena avvertenza. Essi ostacolano la santificazione dell’anima e la crescita delle virtù; sono soggetti a pene temporali. Essi non impediscono di fare la Comunione, né precludono l’alleanza con Dio, né escludono dal regno dei cieli; vanno comunque dichiarati in confessionale se ricordati.


Rito della penitenza

Il sacerdote si rivolge per primo al penitente.

  • Sacerdote: Sia lodato Gesù Cristo.
  • Penitente: Sempre sia lodato.
  • Sacerdote: Nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo.
  • Penitente: Amen
  • Sacerdote: Il Signore sia nel tuo cuore, perché tu possa pentirti e confessare umilmente i tuoi peccati.
  • Penitente: Signore, tu sai tutto, tu sai che ti amo.

Il penitente dichiara il tempo della sua ultima confessione ed espone i suoi peccati. Il sacerdote, se ispirato, dona gli opportuni consigli nonchè la penitenza. Poi lo invita ad esprimere l’atto di dolore.

  • Penitente: Signore Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore. | Mio Dio, mi pento e mi dolgo con tutto il cuore dei miei peccati, perché peccando ho meritato i tuoi castighi e ancor più perché ho offeso Te, infinitamente buono e degno di essere amato sopra ogni cosa. Propongo col tuo santo aiuto di non offenderti mai più e di fuggire le occasioni prossime di peccato. Signore, misericordia, perdonami.
  • Il sacerdote da l’assoluzione: Dio, Padre di misericordia, che ha riconciliato a sé il mondo nella morte e resurrezione del suo Figlio, e ha effuso lo Spirito Santo per la remissione dei peccati, ti conceda, mediante il ministero della Chiesa, il perdono e la pace. E IO TI ASSOLVO DAI TUOI PECCATI NEL NOME DEL PADRE DEL FIGLIO ┼ E DELLO SPIRITO SANTO.
  • Penitente: Amen 
  • Il sacerdote continua: La passione di Gesù Cristo nostro Signore, l’intercessione della beata Vergine Maria, il bene che farai e il male che dovrai sopportare ti giovino per il perdono dei peccati, l’aumento della grazia e il premio della vita eterna. Và in pace.
  • Penitente: Amen.
  • Sacerdote: Sia Lodato Gesù Cristo.
  • Penitente: Sempre sia lodato.

Catechismo della Chiesa Cattolica
XI. La celebrazione del sacramento della Penitenza

art. 1480 Come tutti i sacramenti, la Penitenza è un’azione liturgica. Questi sono ordinariamente gli elementi della celebrazione: il saluto e la benedizione del sacerdote; la lettura della Parola di Dio per illuminare la coscienza e suscitare la contrizione, e l’esortazione al pentimento; la confessione che riconosce i peccati e li manifesta al sacerdote; l’imposizione e l’accettazione della penitenza; l’assoluzione da parte del sacerdote; la lode con rendimento di grazie e il congedo con la benedizione da parte del sacerdote. Fonte.


Predisporre una buona confessione
e accostarsi con frutto al Sacramento

  1. Chiediamo la grazia dello Spirito Santo; preghiamolo e invochiamolo tramite preghiere, novene e coroncine.
  2. Preghiamo l’angelo custode affinchè ci aiuti a ricordare e ad esporre tutti i nostri peccati, compiendo così una confessione onesta e trasparente. L’angelo custode è sempre vigile durante la confessione e aiuta a ricordare il peccato che va confessato; egli permette di ottenere la grazia di ricordare il peccato mortale.
  3. Chiediamo aiuto alla Madonna. Affidiamoci ed invochiamo la Sua intercessione di Madre di Dio. Preghiamola e chiediamole di aiutarci a ricordare il peccato; ad avere la forza di confessarlo; a non provare vergogna o impedimenti di qualsiasi tipo durante la confessione; ad evitare di mentire e di raggirare il confessore con una confessione del peccato viziata e compromessa volutamente, apposta per apparire come santi.
  4. Pensiamo a tutto ciò che potremmo aver fatto di male. Pensiamo interiormente e nel raccoglimento della nostra anima a quanto di male abbiamo potuto compiere. Ricordiamoci che non sono peccati le tentazioni, gli stati d’animo, le immaginazioni e le sensazioni involontarie, rifiutate e non accettate consensualmente, e tutto ciò che non passa, direttamente o indirettamente, attraverso la consensualità arbitraria. Perciò, guardiamoci dagli scrupoli eccessivi, da complessi psichici di colpa dovuti ad una serie di stati d’animo, da vaghi sentimenti di terrorismo; in caso di dubbio, confessiamo e riveliamo comunque l’eventuale fatto che reputiamo peccato al confessore, ponendolo in forma dubitativa; egli ci saprà dire se è peccato o meno.
  5. Per confessarsi e ricevere l’assoluzione ci vuole pentimento (contrizione del cuore), che nasce dall’amore di Dio (dolore dell’anima). Bisogna pentirsi dei propri peccati; per pentirsi è necessario il pentimento intellettivo, la consapevolezza di aver sbagliato e di essere dispiaciuti di aver ferito Dio, che può poi venir accompagnato da un affetto sensibile nell’anima (contrizione del cuore).
  6. Dopo aver ricevuto l’assoluzione, bisogna mantenere fermo nella propria coscienza il proposito di non ripetere il peccato e di combatterlo. Per fare ciò bisogna pregare; la preghiera genera la grazia. Per ottenere la grazia è bene essere in stato di comunione, ovvero confessati e ripuliti dal peccato mortale; è importante dunque che si riparta dalla confessione. Se si è in peccato mortale, non bisogna smettere assolutamente di pregare, ma, piuttosto, bisogna intensificare la preghiera, e confessarsi nuovamente per rialzarci. Pregare permettere di ricevere le grazie necessarie per il proprio cammino.
  7. È importante accusarsi liberamente davanti il sacerdote, evitando quindi di ridurre, sminuire o esporre solo parzialmente il peccato per evitare di essere accusati. È importante non conversare con la vergogna o il timore; essi non sono nostri alleati, ma armi del maligno usate per sedurci e per convincerci a non esporre un determinato peccato. Stiamo attenti: hanno un enorme potere di seduzione. Ci convinceranno che è meglio non dire determinate cose onde evitare di vergognarsi e di venire umiliato. Non c’è niente di più sbagliato di questo ragionamento. Si va per accusarci e non per scusarci; bisogna dire il peccato, non descriverlo. La confessione dev’essere eseguita in onestà, trasparenza, chiarezza, completezza; il maligno combatterà con tutto se stesso per farci desistere dall’andare a confessarci o dal farci esporre un determinato peccato. Egli è molto persuadente: non ascoltiamo quella voce che ci dice “questo non dirlo” o “questo dillo diversamente”. Diciamo tutto e buttiamo fuori tutto chiaramente: non nascondiamo nulla!
  8. Ricordiamoci di compiere la penitenza che ci darà il sacerdote; non sottovalutiamola e non dimentichiamola. Non rimandiamola ad un secondo momento; attuiamola appena uscito dal confessionale.

1 Giovanni 1, 8 Se diciamo che siamo senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. 9 Se riconosciamo i nostri peccati, egli che è fedele e giusto ci perdonerà i peccati e ci purificherà da ogni colpa.


Domande sul Sacramento della Riconciliazione

Le sei domande e risposte che seguono le ho prese da preghiamo.org. Tuttavia, ho apportato una serie di modifiche mirate ad arricchire ed esplicitare ancor di più la risposta di carattere dottrinale, esaurendo ogni possibile dubbio da parte del lettore. Il testo è stato dunque rivisto, ampliato e corretto.

1. Posso essere sempre perdonato?

Si, sempre, a patto che il fedele sia sinceramente pentito e faccia il proposito di non ricommettere il peccato. In caso opposto vi sarebbe un abuso della disciplina sacramentale e della Misericordia di Dio. In caso di pentimento, non c’è peccato che Dio non possa perdonare. La condizione per ottenere il perdono di Dio è sempre e comunque costituita da un sincero pentimento per i peccati commessi e il fermo proposito di non commetterli più, cambiando condotta di vita.

Giovanni 6, 39 «E questa è la volontà di Colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto Egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno» 

Giovanni 8, 10 Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». 11 Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più»

2. Mi devo confessare solo da un sacerdote?

Sì. Sempre e solo da un sacerdote cristiano cattolico romano e di nessun’altra religione. Non ci si può confessare da un seminarista che non è ancora stato consacrato né tantomeno da un diacono.

  • «Chi può rimettere i peccati se non Dio solo?» (Mc 2,7). Con ciò il Vangelo conferma che il potere di rimettere i peccati appartiene soltanto a Dio, ma è altrettanto vero che l’esercizio di questo potere è stato affidato da Dio stesso (cioè da Cristo, Seconda Persona della Trinità) ai sacerdoti della Sua Chiesa, come afferma la medesima Scrittura. Dopo essere risorto, Cristo disse agli Apostoli: «Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi» (Gv 20,22-23). 
  • «Rendendo gli Apostoli partecipi del Suo proprio potere di perdonare i peccati, il Signore dà loro anche l’autorità di riconciliare i peccatori con la Chiesa. Tale dimensione ecclesiale del loro ministero trova la sua più chiara espressione nella solenne parola di Cristo a Simon Pietro: “A te darò le chiavi del Regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli” (Mt 16,19)» (Catechismo della Chiesa Cattolica, VI. Il sacramento della Penitenza e della Riconciliazione (1440-1449) – Dio solo perdona il peccato – Riconciliazione con la Chiesa – Il sacramento del perdono).
  • “L’ufficio di legare e di sciogliere, che è stato dato a Pietro (cfr. Mt 16,19), è noto essere stato pure concesso al collegio degli apostoli, congiunto col suo capo” (cfr. Mt 18,18; 28,16-20) (Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 22)

3. La confessione fatta ad un laico è valida?

No. In nessun caso ha valore sacramentale, né il penitente può ricevere l’assoluzione da un laico, né il laico può impartire l’assoluzione. Se così fosse, sarebbe eresia.

4. In quale forma si svolge la Confessione?

Vi sono principalmente tre forme attraverso le quali si svolge il Sacramento della Riconciliazione.

  1. La prima forma – riconciliazione dei singoli penitenti costituisce l’unico modo normale e ordinario della celebrazione sacramentale, e non può né deve essere lasciata cadere in disuso o essere trascurata.
  2. La seconda – riconciliazione di più penitenti con confessione e assoluzione individuale; […] raggiunge la prima forma nell’atto sacramentale culminante, che è la confessione e l’assoluzione individuale dei peccati.
  3. La terza – riconciliazione di più penitenti con la confessione e l’assoluzione generale; riveste un carattere di eccezionalità, e non è, quindi, lasciata alla libera scelta, ma è regolata da un’apposita disciplina. La prima forma consente la valorizzazione degli aspetti più propriamente personali – ed essenziali – che son compresi nell’itinerario penitenziale. Il dialogo tra penitente e confessore, l’insieme stesso degli elementi utilizzati […] sono elementi che rendono la celebrazione sacramentale più rispondente alla concreta situazione del penitente (Giovanni Paolo II, Esort. Ap. Reconciliatio et Paenitentia, 32).

Ti consiglio la lettura del seguente documento!

GIOVANNI PAOLO II 
LETTERA APOSTOLICA
IN FORMA DI «MOTU PROPRIO» 

“Misericordia Dei”
SU ALCUNI ASPETTI DELLA CELEBRAZIONE
DEL SACRAMENTO DELLA PENITENZA
Leggi qua

5. Sono previste Confessioni “comunitarie”, assoluzioni “generali” o “collettive”? 

Secondo quanto stabilito dalla Chiesa di Roma, sono possibili solo come mezzo straordinario, in situazioni del tutto eccezionali, imminente pericolo di morte, in caso di grave necessità e sempre di fronte ad un sacerdote. In caso contrario, non possono assolutamente essere impartire né ricevute assoluzioni generali o collettive.

  • “Si osserva in alcune regioni la tendenza all’abbandono della confessione personale insieme ad un ricorso abusivo all’«assoluzione generale» o «collettiva», sicché essa non appare come mezzo straordinario in situazioni del tutto eccezionali. Sulla base di un allargamento arbitrario del requisito della grave necessità, si perde di vista in pratica la fedeltà alla configurazione divina del Sacramento, e concretamente la necessità della confessione individuale, con gravi danni per la vita spirituale dei fedeli e per la santità della Chiesa […] La necessità non si considera sufficiente quando non possono essere a disposizione dei confessori, per la sola ragione di una grande affluenza di penitenti, quale può aversi in occasione di una grande festa o di un pellegrinaggio». Circa il caso di grave necessità, si precisa […] si tratta di situazioni che, oggettivamente, sono eccezionali, come quelle che si possono verificare in territori di missione o in comunità di fedeli isolati, dove il sacerdote può passare soltanto una o poche volte l’anno” (Giovanni Paolo II, Lett. Ap. Misericordia Dei).

6. Esiste un luogo proprio della Confessione?

Sì. Salvo giusta causa, esso è il confessionale.


Esame di coscienza

  1. Da psanjosemaria.it

ESAME PRIMA DELLA CONFESSIONE: Da quanto tempo non mi confesso? Ho compiuto la penitenza? Ho taciuto coscientemente per vergogna qualche peccato grave in una confessione precedente? Ho fatto la Comunione in peccato mortale o senza aver rispettato il digiuno di un’ora? Provo dolore dei miei peccati e mi propongo di lottare per non commetterli più?

1. PRIMO COMANDAMENTO: “Non avrai altro Dio fuori di me”

  • Ho pregato, con calma e attenzione: al mattino con l’offerta delle azioni della giornata e alla fine della giornata con le preghiere della sera? Durante la giornata, ho avuto altri momenti di preghiera? Ho fatto l’esame di coscienza la sera?
  • Chiedo a Dio che accresca in me la fede e l’amore per Lui?
  • Uso i mezzi necessari per acquistare una buona formazione religiosa?
  • Negli ambiti dove vivo (in famiglia, nell’ambiente di lavoro, ecc.) mi sforzo di essere un vero cristiano con l’esempio e la parola?
  • Faccio apostolato, cercando (con la preghiera, con piccoli sacrifici personali e con un autentico rapporto di amicizia) che altre persone conoscano Dio e gli vogliano sempre più bene?
  • Ho negato qualche verità di fede o ne ho dubitato deliberatamente? Ho letto o conservato libri, giornali o videocassette che vanno contro la fede? Li ho trasmessi ad altri?
  • Ho mormorato esternamente (o internamente) contro il Signore, quando mi è successa qualche disgrazia?
  • Ho parlato senza riverenza delle cose sante, della Chiesa, del Papa, dei sacerdoti?
  • Credo in ciò che la Chiesa insegna?

2. SECONDO COMANDAMENTO: “Non nominare il nome di Dio invano”

  • Ho nominato il nome di Dio senza necessità o, peggio, con ira o senza rispetto?
  • Ho bestemmiato, dicendo parole ingiuriose contro Dio, contro la Madonna, contro i Santi o contro le cose sante? Se si, sono pentito e deciso a chiedere perdono attraverso il sacramento della Confessione? Ho riparato, almeno dicendo un’Ave Maria o una giaculatoria quando ho sentito altri bestemmiare?
  • Ho giurato il falso o senza necessità, senza tener conto dell’insegnamento di Gesù: “sia invece il vostro parlare sì, sì, no,no” (Mt 5,37)? Ho riparato al danno che ne è seguito?

3. TERZO COMANDAMENTO: “Ricordati di santificare le feste”

  • Ho tralasciato di assistere alla Santa Messa la domenica o nelle altre feste prescritte?
  • Ho ostacolato altri (coniuge, figli, amici, collaboratori, compagni di lavoro) a partecipare alla Santa Messa?
  • Ho lavorato o fatto lavorare la domenica senza necessità urgente?
  • Ricorro con frequenza al sacramento della Confessione?
  • Ho avuto cura di osservare la disposizione del digiuno (almeno un’ora) prima di fare la Comunione?
  • Il venerdì ho fatto un piccolo sacrificio, ad esempio quello di non mangiare carne oppure una piccola mortificazione?

4. QUARTO COMANDAMENTO: “Onora il padre e la madre”

  • Ho trattato con delicatezza le persone della mia famiglia?
  • Coltivo l’affetto e la cura per genitori, soprattutto se anziani? Li rispetto e chiedo loro consiglio?
  • Ho litigato con il mio coniuge? Evito di riprenderlo, contraddirlo o discutere con lui davanti ai figli? Gli ho disubbidito o l’ho ingiuriato? Ho dato con ciò cattivo esempio?
  • Ho dedicato al mio coniuge e ai figli tutto il tempo e l’attenzione necessari?
  • Ho dato loro cattivo esempio, non compiendo io stesso i doveri religiosi, famigliari o professionali?
  • Ho corretto con affetto e con fermezza i loro difetti o sorvolo su di essi per comodità?
  • Li ho minacciati o maltrattati con parole o azioni?
  • Ho trascurato il mio obbligo di aiutarli a compiere i loro doveri verso i famigliari, verso i compagni o gli insegnanti, verso Dio?
  • Mi sono preoccupato della loro formazione religiosa e morale?
  • Sacrifico i miei gusti, capricci, svaghi, ecc. per compiere il dovere di dedicarmi alla famiglia?
  • Mi lamento in presenza della famiglia del peso che comportano gli obblighi domestici?
  • Evito discussioni o bisticci con i figli, non dando importanza a piccolezze che si superano con il tempo e il buonumore?
  • Sono gentile con gli estranei mentre mi manca questa gentilezza nella vita di famiglia?
  • Potendo farlo, ho tralasciato di aiutare le persone che mi sono più vicine (i famigliari, i parenti) nelle loro necessità spirituali e materiali?
  • Disubbidisco ai miei genitori e ai superiori?

5. QUINTO COMANDAMENTO: “Non uccidere”

  • Ho fatto qualcosa (per imprudenza o, peggio, per malizia) che abbia recato danno alla vita fisica, morale o spirituale del prossimo?
  • Ho dato scandalo ad altri con le mie conversazioni, il mio modo di vestire, con l’invito a qualche spettacolo immorale o con il prestito di qualche libro o rivista poco pulita? Se si, ho cercato di riparare alle scandalo?
  • Considero l’aborto un gravissimo delitto contro l’uomo e contro Dio?
  • Covo rancori? Invidie? Mi sono adirato?
  • Ho perdonato le offese ricevute?
  • Ho recato danno alla mia ed altrui vita, mettendola in pericolo con leggerezza non osservando le regole del traffico? Ho recato danno alla mia salute, ad esempio mangiando o bevendo più del ragionevole o eccedendo nel fumo? Ho fatto uso di droghe? Ho respinto risolutamente qualsiasi invito a farne prova?
  • Mi sono preoccupato efficacemente del bene del prossimo? L’ho corretto come richiesto dalla carità cristiana?

6. SESTO E NONO COMANDAMENTO: “Non commettere atti impuri, non desiderare la donna d’altri”

  • Mi sono soffermato volontariamente in pensieri e desideri poco puliti? Ho guardato, letto o parlato di cose disoneste?
  • Ho commesso qualche azione poco pulita con me stesso o con altri? c’è stata qualche circostanza aggravante, consacrazione a Dio, matrimonio?
  • Ho preso parte a spettacoli (film, trasmissioni televisive, riunioni, internet) che mi ponevano in occasione di peccato? Sono fermamente deciso di evitarle in futuro?
  • Ho usato indebitamente del matrimonio facendone uso soltanto nei giorni in cui non ci può essere concepimento e seguendo questo modo di agire senza ragioni gravi? Ho preso farmaci per evitare figli? Ho indotto il coniuge o altre persone a prenderli?
  • Vivo castamente il fidanzamento e ricorro con frequenza al sacramento della Penitenza e alla Comunione per avere più grazia di Dio? Chiedo a Dio nella preghiera di aiutarmi ad essere puro di cuore e generoso nel sacrificio?
  • Ho frequentato ambienti poco raccomandabili o cattive compagnie?

7. SETTIMO E DECIMO COMANDAMENTO: “Non rubare, non desiderare la roba d’altri”

  • Ho sottratto oggetti o denaro altrui? Ho riparato o restituito, se ero in grado di farlo?
  • Retribuisco con giustizia il lavoro degli altri? Compio i miei doveri sociali (tasse, ecc.)
  • Ho danneggiato altri nei contratti o relazioni commerciali con inganni, raggiri, corruzioni, bustarelle? Ho riparato al danno causato?
  • Ho lavorato con serietà, guadagnandomi la retribuzione che ricevo? Ho lasciato, per pigrizia, che si producessero gravi danni nel mio lavoro? Lavoro pensando che a Dio non si debbono offrire cose mal fatte?
  • Facilito il lavoro degli altri o creo difficoltà: per esempio con litigi, con atteggiamenti negativi o con interruzioni o ritardi, ecc.? ho abusato della fiducia dei miei superiori?
  • Tollero abusi o ingiustizie che ho l’obbligo di impedire? Faccio preferenze per persone o favoritismi?
  • Ho prestato il mio appoggio a programmi di azione sociale e politica immorali e anti-cristiani?
  • Ho speso più di quanto mi permetteva la mia situazione, gravando ingiustamente sul bilancio famigliare?
  • Ho tralasciato di dare l’aiuto conveniente alla Chiesa? Faccio elemosine proporzionate alla mia situazione economica?
  • Sopporto con senso cristiano l’eventuale mancanza di cose necessarie?

8. OTTAVO COMANDAMENTO: “Non dire falsa testimonianza”

  • Ho detto cose non rispondenti alla verità? Ho riparato al danno che eventualmente ne è conseguito?
  • Mento abitualmente scusandomi col pensare che “sono cose di poca importanza”?
  • Ho divulgato (senza alcun obbligo di stato) difetti gravi di altre persone (anche se reali ma non conosciuti)?
  • Ho aperto o letto la corrispondenza o altri scritti che l’interessato non voleva far conoscere? Ho ascoltato conversazioni contro la volontà di chi le faceva?
  • Ho calunniato attribuendo ad altri ciò che non era vero?
  • Ho parlato male degli altri, persone o istituzioni, con l’unico fondamento del “si dice”, “mi hanno raccontato” e simili? In altre parole: ho cooperato in questo modo alla calunnia o mormorazione?

Mi rendo conto che le discrepanze politiche, professionali ed ideologiche non devono offuscarmi fino al punto di giudicare o parlare male del prossimo; e che queste differenze non mi autorizzano affatto a rendere noti difetti morali di alcuno a meno che non lo esiga il bene comune?

  1. Da “come riconoscere le trappole del demonio” di monsignor Bolobanic

ESAME DI COSCIENZAPreparazione per una buona confessione. È necessario che ci chiediamo: quando mi sono confessato l’ultima volta? La mia ultima confessione era completa? Ho eseguito la piccola penitenza come segno di buona volontà di riparazione? Ho riparato il male che avevo causato al mio prossimo? Mi confesso spesso o raramente? Vivo a lungo in uno stato peccaminoso e di conseguenza mi sento oppresso e svogliato? (Sarebbe utile ricorrere al sacramento della Riconciliazione una volta al mese, accostarsi alla comunione nei giorni solenni e di domenica). Mi confesso con l’intenzione di liberarmi l’anima dai peccati, di convertirmi, di rinnovare la mia vita approfondendo l’amicizia con Dio, o lo faccio per abitudine, senza il vero desiderio di convertirmi? Mi pento per i miei peccati? Rinuncio sinceramente ad essi, impegnandomi a cambiare gli atteggiamenti sbagliati, o continuo a pensarla a modo mio anche dopo la confessione? Senza il pentimento e una ferma promessa a se stessi e a Dio di cambiarsi, la confessione non è valida. Nascondendo qualche peccato ne commettiamo un altro. Ogni sacramento della Riconciliazione è conversione e rinuncia al peccato, scelta completa per Cristo e per la vita nell’amore e nella grazia. “O quanti sono affondati per le loro confessioni mancanti!” – disse Santa Teresa d’Avila.

I PECCATI CONTRO I DIECI COMANDAMENTI

  • 1. Io sono il Signore Dio tuo: Non avrai altro Dio fuori di me! Dio ha il primo posto nella mia vita? (“Dio mio, e tutto mio”, diceva San Francesco d’Assisi). Ho altri idoli, come soldi e beni materiali, carriera, reputazione (tutti devono pensare bene sul mio conto), onore, potere, corpo, bramosie, posizione elevata nella comunità, tra parenti e amici, egoismo, abbigliamento ed il proprio aspetto esteriore…? Ho divinizzato forse, qualche persona, tra sportivi, attori, politici, oppure oggetti tipo computer, macchina, casa, chitarra…? Sono sfiduciato? Mi rivolgo al Signore nella preghiera? Sono superficiale? Mi impegno a nutrire la mia fede con la lettura della Bibbia, del Catechismo, di libri e interviste religiose? Cerco Dio, la Verità e la Gioia, sinceramente e col cuore? Confido nell’aiuto del Signore? Sono superstizioso? Credo che il gatto nero o il numero 13 portino sfortuna? Colpisco tre volte il legno per assicurami il buon andamento di alcune cose nella mia vita? Ricorro ai guaritori, ai sensitivi e a coloro che si chiamano profeti (i chiropratici sono dei sensitivi e alcuni tipi di agopuntura hanno l’origine nella magia!)? Amo, lodo e glorifico il Signore? Lo invoco e lo ringrazio per tutti i doni? Ho paura di testimoniare la mia fede? Ho partecipato agli incontri antireligiosi? Sono un membro del partito liberale che relativizza la morale, o del partito comunista che nega l’esistenza di Dio? Ho seguito i corsi della meditazione trascendentale, dello Yoga, partecipato ai riti delle sette (Hari Krishna, seguaci di Sai Baba, bahaismo…)? Facevo parte di qualche setta? Mi sono rivolto a qualcuno per farmi predire il futuro? Leggo l’oroscopo, credo nell’influenza astrologica?
  • 2. Non nominare il nome di Dio invano! Pratico la bestemmia, scongiuro nel nome di Dio e infrango i miei voti, pronuncio invano il suo Nome, manco di rispetto nei confronti della sua santità, invoco frequentemente Satana, pronuncio le maledizioni?
  • 3. Ricordati di santificare le feste! Trascuro la Messa (peccato grave) e continuo a occuparmi delle attività quotidiane, studio troppo senza la necessità di farlo nei giorni di feste comandate e di domenica (il Giorno del Signore si deve distinguere dagli altri giorni essendo dedicato a Dio)? Arrivo in ritardo alla Messa, durante la quale sono distratto e disinteressato? Vado a Messa per abitudine, ma non credo nel suo significato e nell’importanza spirituale? Cerco di evitare le pratiche cristiane come la Via Crucis? Faccio il minimo nella mia vita cristiana: solamente quello che sta scritto e niente di più? Mi ricordo dei poveri, sostengo le necessità della Chiesa? Mi trattengo dalla carne nel venerdì e digiuno nei giorni obbligati (Sacre Ceneri, Venerdì Santo)?
  • 4. Onora il padre e la madre! Sono disobbediente e manco di rispetto nei confronti dei miei genitori e della loro autorità? Sono ingrato e manco loro di rispetto in modo gratuito e malizioso? Se non abitano con me, vado a visitarli? Essendo genitore, dò un buon esempio ai miei figli? Li aiuto materialmente e spiritualmente, insegnandoli a pregare, a capire le verità religiose e l’etica cristiana? Seguo con dedizione la crescita dei miei figli, assicurandomi di mantenerla ad altezza del morale religioso?
  • 5. Non uccidere! Non si deve commettere omicidio, aborto, rissa, offese, litigi, contese, essere golosi nel bere e nel mangiare, dare il cattivo esempio, drogarsi, ubriacarsi, nuocere alla salute propria e altrui, minacciare e maltrattare altre persone, oltraggiare, umiliare gli altri, accusare, desiderare il male o la morte degli altri, odiare, essere vendicativi, inesorabili, pessimisti, indurre o assistere ad un aborto (equivale il peccato di una madre a quello del padre), uccidere, suicidarsi, incollerirsi, essere irosi continuamente… essere superbi, avari, egoisti e troppo occupati di se stessi. Essere eccessivamente schizzinosi e esigenti nel mangiare, nuocere alla propria salute seguendo le diete e i digiuni dimagranti in modo eccessivo e fanatico per motivi estetici, trasgredire le leggi naturali del Signore (ritmo del cambio tra il giorno e la notte – andare a letto tardi e dormire di giorno, per dire fino alle 1o di mattina). Frequentare posti oscuri e farci le ore piccole, partecipare alle feste troppo libere, alle danze con contatto fisico smisurato ed erotico. Mancare spesso dalla famiglia e trascurarla per andare a divertirsi, ricorrere ai giochi d’azzardo, non badare alla disciplina (ascesi) e all’ordine nella vita, essere pigri e sregolati, guardare troppo la televisione, fumare eccessivamente, danneggiando il corpo (che è tempio dello Spirito Santo). Assentarsi spesso e senza una ragione dalla scuola, trascurare gli studi e gli impegni di lavoro. Essere indolenti e non prestarsi in casa per aiutare i genitori.
  • 6. Non commettere atti impuri! Sono atti impuri i pensieri, le parole e le opere spudorate, gli sguardi bramosi, le letture di libri e giornali, le visioni di film pornografici e i baci “cinematografici” prima del matrimonio (il bacio colombino, ovvero quello con la lingua). È atto impuro il comportamento troppo libero verso un ragazzo o una ragazza e, se sposati – l’uso di qualsiasi tipo di contraccettivi chimici o meccanici per prevenire la gravidanza (la spirale – provoca l’aborto – il preservativo, la pillola, il diaframma…), l’interruzione del coito (onanismo matrimoniale – Gn 38, 9). Qui si aggiungono il comportamento indecente e indecoroso, i rapporti sessuali prematrimoniali e quelli omosessuali, l’adulterio, la masturbazione, l’accentuata fisicità e lo smisurato interessamento per l’erotismo, le perversioni, l’essere eccessivamente spogli e poco vestiti in luogo pubblico, lo spogliarsi con fare malizioso apposta per mettersi in mostra, il continuo evitare figli per la paura di averli, l’egoismo in due. Il modo più sano e migliore per costruire un rapporto d’amore tra i coniugi che permette di pianificare una famiglia è il metodo dei giorni fertili e non. La sterilizzazione e la fecondazione artificiale sono peccati gravi. L’abbigliamento provocante delle ragazze, vestiti e canottiere troppo stretti o eccessivamente corti (tutto quello che mette l’accento sul corpo femminile). Vivere coniugati senza il sacramento del matrimonio è un peccato altrettanto grave. Frequentare la spiaggia dei nudisti…
  • 7. Non rubare! Peccato è anche: furto, impossessarsi delle cose della ditta o di quelle appartenenti ai posti pubblici, distruzione delle proprietà pubbliche e sociali, truffa, guadagno facile e disonesto, affari sporchi, danno causato agli altri, rimanenza nei debiti (siamo obbligati a rendere le cose rubate se possiamo, o dare ai poveri un valore equivalente), avidità per denaro o per cose materiali, invidia, farsi corrompere, apprezzare poco l’impegno e le fatiche degli altri, viaggiare in tram o in autobus senza pagare il biglietto quando invece ce lo possiamo permettere, mancanza di impegno e irresponsabilità sul lavoro.
  • 8. Non dire falsa testimonianza! Sono false testimonianze le bugie di qualsiasi tipo, non importa se piccole o grosse, le falsità, vantarsi, la calunnia, le promesse false, la superbia, l’egoismo, parlare male degli altri, giudicare gli altri, essere irresponsabili e indifferenti, essere insensibili ai problemi degli altri.
  • 9. Non desiderare la donna d’altri! Non si deve desiderare il coniuge altrui o commettere l’adulterio, essere troppo intimi e frequentare troppo spesso la moglie/marito di altri, con intenzioni di malizia; non va desiderato il coniuge altrui nemmeno con il pensiero intenzionale!
  • 10. Non desiderare roba d’altri! Non si deve essere gelosi e rivali con gli altri per ottenere un maggior numero di beni materiali, essere materialisti, presi dal denaro e dall’ossessione di racimolare più cose possibile, e trascurare invece la dimensione spirituale dell’uomo della quale si vive (“Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio” (Mt 4, 4) e “Cercate prima il regno di Dio… e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta” (Mt 6, 33), dice Gesù). Nota: Questo modello dell’esame di coscienza è stato adattato ai giovani ed ai neo sposi, ma è altrettanto utile per tutte le età.
  1. Da incorderegis.blogspot.it

Quesiti preliminari

  • Da quanto tempo non mi confesso?
  • Nelle confessioni passate ho mai nascosto volutamente qualche peccato veniale o mortale?
  • Da quanto tempo non ricevo l’Eucaristia?
  • Mi sono accostato alla Comunione avendo sulla coscienza dei peccati mortali senza essermi prima confessato?

Primo Comandamento: Non avrai altro Dio all’infuori di me.

  • Credo in Dio Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo?
  • Ho messo Dio al primo posto tra i valori della mia vita?
  • Come va la mia vita di preghiera? Prego almeno mattina e sera?
  • Qual è il mio rispetto per la Chiesa?
  • Ho partecipato a sedute spiritiche? Sono ricorso a presunti maghi o cartomanti? Credo davvero nell’oroscopo? Sono superstizioso?

Secondo Comandamento: Non nominare il nome di Dio invano.

  • Ho bestemmiato?
  • Ho fatto voti o promesse a Dio e non li ho mantenuti? Ho giurato il falso?
  • Ho fatto affermazioni false o eretiche su Dio?

Terzo Comandamento: Ricordati di santificare le feste.

  • Ho tralasciato la Santa Messa nella domenica o nelle altre feste di precetto?
  • Ho ostacolato altri (coniuge, figli, amici, colleghi) a partecipare alla Messa?
  • Alla Messa ho indugiato nella distrazione, ho chiacchierato, ho disturbato gli altri?
  • Mi sono liberato dalla fatica del lavoro festivo, godendo della libertà di figlio di Dio?

Quarto Comandamento: Onora il padre e la madre.

  • Ho amato, rispettato, ubbidito, aiutato i miei genitori secondo le mie possibilità?
  • Da genitore, mi impegno per una vera educazione dei figli, che sia anche cristiana? Veglio sulle loro amicizie, sui loro giochi, sui loro divertimenti? Do ai miei figli un esempio di una vera vita cristiana?
  • Da coniuge, ho rispettato mia moglie/mio marito, anche e soprattutto davanti ai figli?
  • Ho dedicato al coniuge e ai figli tutto il tempo e l’attenzione necessari?
  • Compio i miei doveri di buon cittadino? Ho votato secondo coscienza, in coerenza con i miei principi cristiani?

Quinto Comandamento: Non uccidere.

  • Ho volontariamento fatto qualcosa che abbia recato danno alla vita fisica, morale o spirituale del prossimo?
  • Ho commesso o consigliato l’aborto, delitto gravissimo contro Dio e contro l’uomo?
  • Rispetto la vita con la moderazione nel cibo, nell’alcol, nel fumo? Fuggo la droga? Sono prudente nel guidare l’automobile, per non mettere in pericolo me stesso o gli altri?
  • Covo rancori? Mi sono adirato?

Sesto Comandamento: Non commettere atti impuri.

  • Mi sono abbandonato alla lussuria, all’autoerotismo, a perversioni sessuali, all’omosessualità, alla pedofilia?
  • Mi sono soffermato volontariamente in pensieri e desideri poco puliti?
  • Ho commesso adulterio?
  • Ho conservato la mia fedeltà alla fidanzata/al fidanzato?
  • Ho rapporti prematrimoniali?
  • Ho praticato la contraccezione?
  • Ho letto o guardato riviste, libri, spettacoli osceni?
  • Penso o parlo della donna/dell’uomo come solo oggetto di piacere?

Settimo Comandamento: Non rubare.

  • Ho sottratto oggetti o denaro di altri o della comunità? Ho riparato o restituito, se ero in grado di farlo?
  • Come datore di lavoro, pago il giusto stipendio ai dipendenti, secondo quanto comanda il Vangelo?
  • Come lavoratore, lavoro lealmente in modo da meritare lo stipendio?
  • Sono onesto nella professione, nel commercio, con i miei clienti?
  • Quello che possiedo l’ho guadagnato onestamente?
  • Sono eccessivamente attaccato al denaro?
  • Sono usuraio?
  • Ho preteso regalie, bustarelle o favori non dovuti?
  • Ho chiesto raccomandazioni per ottenere vantaggi o privilegi?
  • Ho frodato lo Stato? Pago con giustizia le tasse?

Ottavo Comandamento: Non dire falsa testimonianza.

  • Sono stato bugiardo, sleale, ingannevole?
  • Ho calunniato o parlato male degli altri?
  • Ho espresso sospetti o giudizi avventati?
  • Con il mio esempio ho insegnato a mentire ai miei figli o ad altri?
  • Con un silenzio colpevole ho coperto fatti delittuosi (omertà)?

Nono Comandamento: Non desiderare la donna/l’uomo d’altri.

  • Ho custodito il pudore?
  • Ho guardato altre persone con concupiscenza?
  • Con abiti sconvenienti o con il modo di comportarmi ho voluto suscitare in altre persone desideri ed eccitamenti cattivi?

Decimo Comandamento: Non desiderare la roba d’altri.

  • Sono invidioso dei beni altrui?
  • Mi lamento di ciò che ho?
  1. Da veniteadme.org

I – Io sono il Signore, tuo Dio. Non avere altri dèi di fronte a me. Non ti farai idolo né immagine.

Credi in Dio, Padre, Provvidenza e Salvatore tuo e di tutti gli uomini?
La tua vita è orientata a Dio?
L’hai messo al primo posto tra i valori della tua vita?
Credi nel Padre, Figlio, Spirito Santo?
Preghi al mattino e alla sera?
Vivi le virtù cristiane della fede, speranza e cari­tà?
Consideri la fede come un dono prezioso da coltivare?
Ti impegni a crescere nella fede?
Hai avuto e nutrito dubbi sulla tua religione cat­tolica?
Cerchi di conoscere, di studiare e farti spiegare la dottrina della tua santa madre Chiesa o la ignori deliberatamente?
Hai parlato male, giudicato e calunniato i religiosi, il papa e i sacerdoti?
Hai allontanato qualcuno dalla pratica religiosa? Hai partecipato a riti satanici?
Hai aderito a sette eretiche, scismatiche o sataniche?
Ti sei iscritto a società segrete illegali?
Speri nell’amore di Dio oppure ti scoraggi e disperi davanti alle difficoltà della vita, imprecando e ribellandoti?
Adori vera­mente solo Dio, sentendoti perciò libero da ogni forma di superstizione?
Porti addosso amuleti, portafortuna, oggetti scaraman­tici?
Credi davvero all’oroscopo?
Sei andato da indovini, o maghi, chiromanti, fattucchiere?
Hai partecipa­to a sedute spiritiche? Hai cercato di evocare e di entrare in contatto con i morti?
Credi nelle pratiche occulte o a tesi agnostiche/gnostiche?
Ti sei mai costruito un dio che rispecchiasse i tuoi desideri?

II – Non pronunciare invano il nome del Signore tuo Dio.

Hai rispetto e amore per il nome di Dio e della Madonna?
Hai bestemmiato?
Hai detto affermazioni false o eretiche su Dio, quali per esem­pio: “Dio non fa le cose giuste”, “Dio è crudele”, “Dio si diverte alle sofferenze degli uomini”, “Dio si dimentica dei buoni”, ecc.?
Hai raccontato fatti e barzellette blasfe­me?
Usi un linguaggio volgare, turpe, immon­do (= turpiloquio) indegno di un battezzato?
Hai fatto giuramenti senza necessità?
Hai mantenuto i voti e le promesse fatte?
Hai permesso o approvato il comportamento blasfemo d’altre persone?

III – Ricordati di santificare le feste.

Le 24 ore della domenica e dei giorni festivi costitui­scono “il giorno del Signore”: le hai rese sante con la preghiera e facendo opere buone, coltivan­do i valori sacri della vita (famiglia, amicizia, cultura, natura, solidarietà, pace, ecc.)?
Ti sei liberato dalla fatica godendo la libertà di figlio di Dio?
Hai partecipato alla Messa, vivendo un’o­ra insieme agli alti credenti?
Alla Messa ti sei distratto, hai chiacchierato, hai disturbato gli altri? Hai commesso peccati mortali di domeni­ca, disonorando il giorno del Signore?

IV – Onora tuo padre e tua madre.

Hai amato, rispettato, ubbidito, aiutato i genitori, secondo le tue possibilità?
Sei stato gentile e disponibile in famiglia?
In casa collabori e condividi la vita con i tuoi?
Crei serenità, comunione, conversa­zione con gli altri o li fai vivere in solitudine e nel silenzio?
Rispetti gli anziani, le donne, i bambi­ni: i superiori, le autorità?
Ubbidisci con lealtà alle leggi dello Stato?
Capisci il valore di parte­cipare alle votazioni pubbliche?
Hai votato secondo coscienza?
Hai mai venduto il tuo voto per interessi privati?
Paghi con giustizia le tasse?
Ti interessi responsabilmente della vita pubblica della tua comunità civile e religiosa, o hai dato “una delega in bianco” ai tuoi rappre­sentanti?
Ti impegni per l’educazione dei figli?
Vegli sulle loro amicizie, giochi, divertimenti, letture?
Ti senti responsabile della scuola che frequentano?
Dai loro esempio di vera vita cri­stiana?

V – Non uccidere.

Consideri la tua vita come un dono di Dio, del quale tu non sei padrone assoluto?
La rispetti con la moderazione nel cibo, nelle bevande, nel fumo?
Ti concedi il giu­sto riposo?
Fuggi l’alcolismo, la droga?
Hai spacciato droga?
Sei prudente nel guidare la macchina?
Hai messo mai in pericolo la tua vita o quella degli altri?
Hai mai tentato il suicidio?
Hai procurato mutilazioni a te o ad altri?
Hai curato opportunamente la salute tua e dei tuoi cari?
Ti sforzi di amare gli altri come te stesso?
Hai fatto agli altri quello che vuoi venga fatto a te?
Coltivi sentimenti di odio, rancore, vendetta?
Sei un prepotente nei tuoi modi di parlare o di agire?
Hai invidia o gelosia verso gli altri?
Rispetti e aiuti chi è più debole nella società: malati, portatori di han­dicap, anziani, bambini, poveri? Hai abusato del potere che la tua posizione sociale ti dà?
Hai perdonato le offese ricevute?
Hai fatto, procu­rato, consigliato l’aborto, uno dei peccati più gravi al cospetto di Dio e della Chiesa?
Hai ucciso qualcuno?
Hai mai usato violenza?
Sei stato complice in sequestri di persona?
Hai pla­giato ragazzi o giovani rendendoli schiavi della tua volontà?
Hai calunniato?
Hai dato percos­se, fatto ferite, prodotto malattie a qualcuno?
Hai, conservi, usi armi pericolose o offensive?­ Sei iscritto alla camorra?
Da camorrista hai imposto tangenti, ricatti, taglie a persone inno­centi o a commercianti?
Hai rispettato l’am­biente?
Sei stato crudele con gli animali?
Hai imprecato o augurato il male ad altri?
Nell’affermare le tue idee religiose, culturali, politiche o sportive ti lasci andare al fanatismo?
Se sei medico, per colpevole imperizia, leggerez­za o distrazione hai causato morte o danni ai tuoi pazienti?
Hai praticata l’eutanasia? Pratichi l’aborto?

VI – Non commettere atti impuri.

Sul corpo, sull’amore, sulla sessualità, sulla castità hai una concezione cristiana?
Hai conservato puro e casto il tuo corpo?
Hai commesso atti disone­sti, osceni, immorali? Ti sei abbandonato alla lussuria, all’autoerotismo, a perversioni sessuali, all’omosessualità?
Hai frequentato orge?
Hai avuto delle “avventure”, delle “scappatelle”?
Hai dato scandalo con il tuo modo di vestire, di agire, di parlare?
Sei stato occasione di peccato a qualcuno?
Hai sedotto e/o rovinato qualche persona innocente?
Hai molestato sessualmente colleghe/colleghi di lavoro?
Hai conservata la tua fedeltà alla fidanzata o fidanzato?
Hai rapporti prematrimoniali?
Nel matrimonio hai il senso cristiano del sacramento ricevuto?
Hai usato male o abusato del matri­monio?
Ami, rispetti, aiuti con fedeltà e gene­rosità il tuo coniuge?
Eviti le occasioni e le compagnie cattive e pericolose?
Sei fedele a tua moglie (o a tuo marito)?
Convivi con un uomo (o donna) senza essere sposato?
Offendi la dignità del matrimonio con l’uso dei preservativi, pillole anticoncezionali e cose simili?

VII – Non rubare.

Sei convinto della parola del Vangelo: É impossibile per chi è attaccato ai soldi entrare nel Regno di Dio?
Sai che l’avari­zia per la Bibbia è “idolatria”, cioè adorazione del danaro al posto di Dio?
Sei usuraio?
Hai prestato soldi con eccessivo interesse, rovinando persone bisognose già in difficoltà?
Sei onesto nel lavoro, nella professione, in ufficio, nel commercio?
Quello che possiedi l’hai guada­gnato onestamente?
Credi di lavorare lealmente in modo da meritare lo stipendio mensile?
Hai preteso regalie, bustarelle, favori non dovuti?
Ti sei lasciato corrompere?
Hai corrotto o tentato di corrompere impiegati pubblici o privati?
Sei convinto che la disonestà degli altri non giustifica mai la tua?
Oltre ai tuoi diritti hai mai pensato anche ai tuoi doveri?
Hai fatto scioperi ingiusti? – Paghi le tasse?
Tu, datore di lavoro, paghi il giusto sti­pendio ai dipendenti?
Sei evasore fiscale?
Hai fatto danni all’ambiente, a monumenti o cose pubbliche, a proprietà private sporcando imbrat­tando o scrivendo con robaccia, rifiuti o spray?
Hai riparato o risarcito i danni fatti?
Hai resti­tuito danaro o altro avuto in prestito?
Ti vendi per ottenere favori o vantaggi?
Hai frodato le compagnie di assicurazioni dichiarando danni falsi e facendoti pagare ingiustamente?
Ti sei sempre assunto le tue responsabilità?
Hai sper­perato danaro o sciupato beni?
Hai fatto giochi d’azzardo?
Hai falsificato gli assegni?
Hai spac­ciato coscientemente danaro falso?
Hai acqui­stato merce chiaramente rubata (= ricettazione)?
Hai minacciato qualcuno pretendendo del dena­ro (= ricatto)?
Hai preso merce di nascosto nei grandi magazzini senza pagare?
Hai scaricato materiale illegale da internet?

VIII – Non pronunciare falsa testimonianza.

Sei falso, sleale, doppio?
Nelle tue parole inganni il prossimo?
Hai detto bugie, menzogne, giudizi avventati?
Hai giurato sulla falsità? Testimoniando hai fatto deposizioni false?
Con un silenzio colpevole hai coperto fatti delittuosi (= omertà)?
Hai messo voci false sul conto di innocenti?
Hai riparato ad eventuali calunnie dette?
Col tuo esempio non hai insegnato a mentire ai tuoi figli?
Sei ostinato nelle tue posi­zioni, anche quando hai capito di aver torto?
Nel gioco hai imbrogliato o barato?

IX – Non desiderare la donna d’altri.

Hai custodito la modestia e il pudore nella tua vita e nei tuoi pensieri?
Hai guardato donne o uomini con concu­piscenza?
Hai accettato e goduto di pensieri o desideri impuri?
Leggi o vedi giornali, riviste, libri, spettacoli osceni?
Segui e gusti racconti, films, riviste o video pornografici?
Contribuisci allo sviluppo e diffusione della pornografia com­prando materiale osceno?
In casa tieni statue oscene, o posters, immagini pornografiche?
Pensi o parli della donna (o dell’uomo) come di solo oggetto di piacere?
Tu, donna, cerchi con moda sconveniente o con il modo di comportarti di suscitare nell’uomo desideri, eccitamenti cattivi?
Capisci che questo è una violazione morale e uno scandalo?

X – Non desiderare la casa del tuo prossimo né alcuna delle cose che sono del tuo prossimo.

Ti lamenti sempre di quello che hai, dicendo: “Beati loro”?
Sei invidioso dei beni e delle cose altrui?
Auguri e godi del male degli altri?
Cerchi di imbrogliare o di danneggiare qualcuno?
Hai invidia di capacità intellettuali o creative altrui?

8 pensieri su “Il Sacramento della Riconciliazione – La confessione: tutto ciò che c’è da sapere e come fare una buona confessione

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