E’ il mese di luglio. Il caldo sta lentamente facendo avanzare i propri eserciti verso il piccolo villaggio di Medugorje; il sole è lì e si percepisce la flebile sensazione che le temperature più elevate stiano ancora riposando ai confini del paese, indecise se varcare la soglia il giorno stesso o se aspettare ancora un po’. Sembra che ci vogliano dare tregua, nell’attesa del forno che, teoricamente, si prospetta ad agosto.

So che rimarrò in questa bellissima terra Erzegovina, qui a Medugorje, per un lungo periodo. E sono ancora tanti i giorni che mi separano dal rientro italico. Oltre la scalata sulla collina del Podbrdo, sul monte Krizevac, la preghiera e il programma parrocchiale di San Giacomo, non c’è moltissimo altro da fare; non posso rimanere con le mani in tasca tutto il giorno e decido di darmi da fare, di concepire idee che poi, eventualmente, possano trasformarsi in una realtà concreta. Idee capaci di venire elaborate nella mente per poi uscire fuori e aggiungersi nel mondo. Così, un giorno, metto a fuoco le idee e le frullo in quel grosso cimiero virtuale chiamato mente. E l’immagine di quel grosso container blu, posto alle porte d’ingresso di Medugorje, mi ispira e mi sussurra. Lì, sovrastante quel piccolo edificio, vi è una scritta che non lascia scampo a cosa sia quel container: Mary’s Meal, il centro ufficiale dell’organizzazione benefica presente in Bosnia Erzegovina dal 2002.
Così, un pomeriggio, decido di andarci. L’edificio è un piccolo spazio ricavato sopra la terra nuda e cruda di Medugorje laddove, un tempo, non vi erano che erbe incolte, grumi, lotti di sassi e natura selvaggia. Uno spazio frontale piuttosto ampio, coperto da un tendone capace di garantire una larga fetta di ombra, accoglie chiunque vi arrivi, invitandolo a sedersi e riposarsi. Una volta arrivati, uno dei volontari sarà pronto ad accogliervi. Un ventilatore getta spruzzi di acqua fresca nel tentativo di drenare refrigerio a chiunque decida di arrivare, in giornate dove la temperatura si attesta tra i 30 e i 34°.
Lungo la parete interna, una bellissima rappresentazione grafica, sotto forma di linea temporale, mostra i passi che hanno portato alla creazione dell’organizzazione. Oltre la sinossi grafica, c’è un piccolo angolino di ristoro ove si può prendere un caffè o del latte; c’è un televisore, dove possono venire proiettati dei documentari sulle attività dell’organizzazione; ci sono delle sedie e dei tavolini; ed infine, una statua di Maria, perché è tramite lei che tutto ha avuto inizio. Una struttura curata, che si potrebbe considerare una sorta di avamposto, un portale d’accesso a quella che è una delle realtà più forti su scala internazionale. Una volta lasciato il posto, porto via con me delle bellissime foto scattate sul luogo, che potete vedere ripartite in questo pezzo, e tutte le informazioni necessarie per potervi parlare di questa realtà. Ma questo è solo l’antipasto su Mary’s Meal. Se volete sapere la storia, potete farlo leggendo lo speciale, già disponibile.