Tom Cruise, il sacerdote cattolico mancato. Torna a casa Tom!

Quella che mi accingo a raccontare è una storia vera. Non è una leggenda né tantomeno una gossip news copia e incollata dal submondo digitale: la rete. Non parlerò di quel che Tom Cruise fa al giorno d’oggi. Non sarà qualcosa su di lui, per lui, come se mi accingessi a tessergli le lodi stile “fan”. Vi parlerò invece di quel che un giorno fece e che poi non andò a buon fine. Questa è una storia accaduta tempo addietro. E potrebbe avere uno straordinario risvolto positivo: finire come la parabola del figliol prodigo, colui che si allontanò dalla casa del padre e che poi, in un tripudio di festa e gioia, fece ritorno a casa.

Nel 1976, Tom Cruise era un seminarista cattolico devoto di Cristo con la ferma intenzione di farsi sacerdote. Oggi, invece, è un attore. Successo, fama, popolarità, denaro. Le grandi tentazioni di Satana. Come passò dal volersi fare prete al divenire uno strumento del mondo? Cosa accadde? Per saperlo dobbiamo tornare indietro nel tempo di 42 anni. E perchè mai potrebbe interessarci? Ve lo spiegherò alla fine. Se volete, leggete pure quanto segue: personalmente, ne vale la pena. Dedico quanto segue per quelle persone che sono lontane dal Vangelo e per le quali dobbiamo pregare.


Nato a New York, il piccolo Tom soffrì un padre abusivo. Durante le scuole elementari, la famiglia, di fede cattolica, si trasferì in Canada per il lavoro del padre ma, pochi anni dopo, la madre fece ritorno in USA, lasciando così il marito e portando il piccolo Tom con se, assieme alle tre sorelle. L’assenza di una figura paterna di riferimento fu sofferta dal piccolo Tom.

Da adolescente, Tom incontrò frate Ric Schneider, il quale lo persuase ad entrare nel seminario di San Francesco a Cincinnati, OH. Tom, estasiato e affascinato dal sacerdozio, scelse di entrarci a farne parte per inseguire la via della consacrazione. In quell’anno, Tom vive se stesso come futuro sacerdote cattolico. “Tom fu immediatamente rapito”, avrebbe poi detto il sacerdote anni dopo.

Uno dei migliori amici di Tom, Shane Dempler, di recente, decisosi a testimoniare la storia, ha raccontato ciò che accadde ai tempi. “Aveva una fede cattolica molto forte”, racconta Dempler. “Andavamo a Messa, passavamo del tempo nella cappella e ci piaceva ascoltare le storie che i preti raccontavano. Pensavamo che i preti avessero un gran stile di vita ed eravamo davvero interessati nel sacerdozio”.

Per accedere al seminario, dopo l’eventuale propedeutica, i rettori mettevano in atto un test del Q.I.: chi raggiungeva un risultato minimo pari a 110, poteva passare alla fase successiva. Tom ottenne esattamente 110 e fu così che potè accedervi. Pur non essendo un must con le materie scolastiche, Tom entrò nel club di arti drammatiche esprimendo, contemporaneamente, un’attitudine per lo sport. Era interessato e propenso alla recitazione teatrale.

Poco dopo, quando tutto sembrava scorrere in linea con il programma comunitario, con le regole del seminario e con il cammino vocazionale, nella quiete e nella tranquillità più totale, con un giovane Tom intenzionato a consacrarsi seriamente, qualcosa iniziò ad andare storto. Tom e Dempler, come testimoniato da quest’ultimo, presero ed iniziarono a vivere le piccole bighellonate adolescenziali: le regole del seminario iniziarono a frantumarsi e star strette ad entrambi. Finirono così per combinarne qualcuna.

Un giorno, Dempler e Cruise decisero di rubare dei liquori dalla stanza privata dei francescani. Il piano era stato così architettato: Dempler dentro ad estrarre i liquori con Cruise fuori della finestra a prenderli al volo nel piano terra del cortile. Nel processo, molte delle bottiglie si ruppero ma alcune vennero salvate. La parola di quel che Cruise e Dempler presero a fare assieme si sparse e in breve tempo i due attirarono a se un piccolo gruppo di seminaristi, anch’essi interessati alla cosa: tutti assieme iniziarono così a prendere del liquore e a bere nel boschetto limitrofo.

Alcuni di essi vennero addirittura trovati ubriachi dai francescani, finendo così per confessare da dove avevano preso i liquori. La cosa venne a galla e i francescani reagirono di conseguenza. I due giovani furono ritenuti colpevoli del fatto, avendo iniziato per primi. Dempler e Cruise vennero così fatti uscire dal seminario e rispediti a casa. Non avrebbero mai più fatto ritorno.

“La scuola scrisse una lettera ai nostri genitori dicendo che eravamo entrambi apprezzati ma che preferivano se non fossimo tornati”. Spiega Dempler. “Così non fummo cacciati fuori, semplicemente preferimmo non tornare”. Cruise lasciò così il seminario e il piano di divenire prete si dissolse. Non sapendo cosa fare, giovane, sperduto e sprovvisto di un percorso di vita, scelse di provare la carta della recitazione.

Cinque anni dopo, prima di compiere 20 anni, ottenne la sua prima parte in un lungometraggio come attore protagonista, avviando così una carriera nel cinema. Dal primo film ne venne un altro, poi un altro ancora e così via, fino a che non si ritrovò coinvolto come attore ogni anno, tutti gli anni, con ingaggi regolari. Ed il resto è storia del cinema e a noi, in questa sede, non ci interessa. La storia termina qua.

Purtroppo, con il progresso della carriera, Cruise ha perso quel che un tempo lo contraddistingueva: la fede cattolica. Con il passare degli anni Tom smise di frequentare i sacramenti, scartando la figura di Cristo dalla propria vita. Con il finire degli anni 80′, Tom lasciò ufficialmente il cattolicesimo divenendo membro attivo dell’organizzazione Scientology, fornendo raccolte di denaro, promozione e pubblicità a favore della sua nuova “religione”.


Qui giungiamo al punto promesso all’inizio: cosa ce ne potrebbe importare? Agli occhi di Dio, ogni singola anima ha un valore infinito. Ed è nostro dovere, come cristiani, di aiutare il prossimo a salvarsi. Aiutare il prossimo ad incontrarsi con Cristo per la sua salvezza eterna. Come molti altri, Tom ha smarrito Cristo lungo il cammino di vita. Molte persone, un tempo cattoliche, sono morte senza mai più riavvicinarsi a Dio; altre invece hanno scoperto di non poter estirpare dal proprio cuore il seme della fede e hanno così fatto ritorno. Tom è un uomo giovane, ancora in vita. Dio non vuole la dannazione della creatura, ma la sua salvezza eterna. E’ quindi nostro dovere aiutare il prossimo a tornare a Dio.

Non avendo possibilità materiali o concrete di poter riaccendere la fiamma della verità nell’ex seminarista cattolico, tutto quel che possiamo fare è pregare per lui. Non ce ne potrebbe importar di meno, “lui che ha i miliardi e si gode la bella vita”. Ma non è questa la mentalità cristiana… più seria. Chissà se mai Tom farà ritorno? E’ una scommessa che potremmo fare. Finirà come la parabola del figliol prodigo? Questo è ciò che un anima benigna dovrebbe augurare. Che dire… fa anche tu una preghiera per Tom Cruise!

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