Era un giorno di novembre del 2013 – ed ero in partenza per un pellegrinaggio breve di tre giorni. Il Sassuolo FC Club era appena salito in Serie A dopo decenni di militanza nelle divisioni minori, professionistiche e dilettantistiche. Mi trovavo in macchina con padre Silvano, sacerdote di Reggio Emilia, storico di Medugorje, fondatore del convegno delle Mille Ave Maria (con base a Genova), del progetto Eleonora e di tante altre opere, spirituali e sociali. Era notte e quel giorno in particolare stavamo raggiungendo l’aeroporto di Milano per partire e raggiungere Fatima, la città delle apparizioni mariane tra le più importanti della storia.
In quattro in macchina, svegli a sufficienza e carichi, tranne me che ero un po’ nervoso e un po’ ansioso, ci stavamo dirigendo verso l’aeroporto di Linate intorno all’una di notte. Con un sacerdote talvolta si può parlare di tutto, talvolta no. Con alcuni parlare di calcio è ok, con altri meno. Padre Silvano è uno sportivo e, nello specifico, un appassionato di calcio. Con lui, parlare di sport è possibile. Uscì così fuori la discussione della promozione del Sassuolo in Serie A. Io la buttai lì.
“Questa sarà la prima e ultima stagione in serie A del Sassuolo. A fine anno retrocede” feci io.
“Mah, non ci conterei molto.” rispose padre Silvano. “Hanno investito in calcio mercato e hanno acquistato dei talenti che possono reggere il livello di competitività della serie A”
“Si, ma non hanno un numero di talenti proporzionali al livello richiesto. Quest’anno retrocedono”
“Io dico che si salvano e che rimarranno almeno 3 anni in A”
“Io dico che a marzo ci sarà già la retrocessione matematica”
“Io dico che si salvano”
“Sono già retrocessi padre Silvano”
Mettendo sul piatto due opinioni distinte nacque un effetto collaterale naturale: scommettersi sopra. Non rimase altra scelta che fare una piccola sfida. Una sorta di challenge, priest vs. laico.
“Scommettiamo che entro l’anno retrocede?”
“Io scommetto che entro l’anno si salva”
Finì lì.
Dopo quella discussione ci fu l’arrivo in aeroporto, la partenza notturna, il pellegrinaggio a Fatima, il viaggio di ritorno da Lisbona, il rientro a Milano…
… il tempo passò e arrivammo alla fine della stagione calcistica 2013-2014. Il Sassuolo, “ahimè“, non retrocesse. Padre Silvano aveva dunque vinto la sfida. Nel mese di luglio facemmo una cena di beneficenza in un piccolo posto sperduto dell’Emilia – ho idea di quale fosse, ma non rimembro il nome. Quella sera, per mio volere, mi ritrovai a tavola proprio con lui, padre Silvano in persona. Entrambi eravamo ai poli opposti, l’uno dinanzi l’altro, in una tavola rotonda, con altre persone disposte attorno. La Coppa del Mondo 2014 era giunta al gran finale, la “finalissima” più quotata del mondo, che si sarebbe disputata tra Argentina e Germania. Proprio mentre si parlava di Argentina – Olanda, la semifinale da mille e una notte, ricordai a padre Silvano della “storica” sfida che facemmo io e lui sul Sassuolo. Padre Silvano fece un esclamazione del “Ooh, certo che ricordo!” – si ricordò, eccome, e fu contento di poter constatare che, alla fine, l’aveva vinta. Come tutte le sfide, chi vince deve far fare qualcosa… a colui che ha perso. Fu così che padre Silvano pensò ad un qualcosa da farmi fare.
“Cosa posso far fare a questo ragazzo?”
“Mmh… vediamo, fammi pensare.” proseguì.
Furono attimi di silenzio – e di suspense, per la sorpresa della ‘penitenza’. “Chissà con cosa se ne esce“, pensai.
“Ecco, ho trovato. Farai, come penitenza per aver perso la scommessa, mille Ave Maria da consegnarmi entro il pellegrinaggio di agosto che farai a Medugorje”.
Io accettai e promisi che ce l’avrei fatta.

Mancavano solo tre settimane alla partenza del mio sesto pellegrinaggio a Medugorje. E avevo una ventina di giorni di tempo scarsi per fare e consegnare queste mille Ave Maria. Come le avrei dovute “consegnare”? Semplice, firmando un piccolo opuscolo, tipo assegno cartaceo, con sopra scritto “il sottoscritto Fabio Arancio ha recitato mille Ave Maria per queste intenzioni”.
Furono 20 giorni di fuoco – preghiere continue e ad ogni momento, pur di compiere quanto promesso. Soltanto giunto alla notte prima della partenza, riuscì a terminare le mille Ave Maria richieste. Quando arrivai a Medugorje, mi presi del tempo per raggiungere la casa di padre Silvano, la comunità “santa Maria Goretti”, ove egli vive per sei mesi all’anno. Raggiunsi i piedi del Podbrdo, scesi nella piccola “valletta” con pendenza verso il basso e trovai padre Silvano con dei pellegrini al termine di un incontro. Mi avvicinai con il foglietto in mano.
“Padre Silvano, ho le mille Ave Maria fatte come ‘pegno’ per aver perso la scommessa sul Sassuolo. Ricordi? Fatte e concluse. Ecco a te!”. Vidi padre Silvano esprimersi in un guizzo di gioia, luminoso, improvvisato e istantaneo, arrotondando l’espressività facciale a 360° e rallegrandosi come un bambino. Fu un momento bello, breve, intenso: un frame dalla durata di un paio di secondi che si è depositato per sempre nella mia testa. Mostrò l’opuscolo dinanzi a tutti, contento di avere altre mille Ave Maria da aggiungere al conteggio che somma da ormai tanti anni. Lo salutai, mi girai e mi accinsi a tornare indietro, lasciandolo con i suoi pellegrini.
Fu così che la mancata retrocessione del Sassuolo mi costò mille Ave Maria da recitare entro una ventina di giorni. Potrei dedurre tre cose da questo episodio vissuto con padre Silvano:
- Far pregare come pegno per aver perso una scommessa è cosa buona e giusta
- Scommettere con un sacerdote può portare effetti positivi
- Si può far venir sopraggiungere il Sacro anche quando si parla del “profano” (perdita ad una scommessa calcistica e ascesa della preghiera)
Insomma, se ogni sacerdote scommettesse e facesse fare pegni analoghi allo sfidante sconfitto, la Madonna ne trarrebbe profitto.
Sono giunto a conclusione. Non mi resta che chiedervi: volete sapere cosa sono le mille Ave Maria e chi è padre Silvano? Clicca qua per approfondire. Altrimenti, se vai a Medugorje, recati ai piedi del Podbrdo; lì sotto, attorno alla stradina che porta alla Croce Blu, vedrai “casa Santa Maria Goretti”. Lì, troverai tutte le risposte.
Storia deliziosa, grazie mille per avercela raccontata! 🙂
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Grazie per averla letta Wwayne! E’ una piacevole e ultra-gradita sorpresa trovarti qua. 🙂
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Anche per me è sempre un grande piacere quando vieni a trovarmi nel mio blog. A proposito, colgo l’occasione per dirti che ho sfornato un nuovo post, in cui racconto una mia esperienza molto importante e molto personale… spero che ti piaccia! 🙂
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Questo articolo mi giunse sotto mano al mio sguardo già in passato ed il ritrovarlo ora che siamo entrati in confidenzami fa immenso piacere sapere che appartiene a te perchè, quando lo lessi la prima volta, a suo tempo, non feci caso al contesto in cui era inserito diversamente da ora che sto “vivisezionando il tuo blog” … certo che 1000 Ave Maria deve essere stato un bell’impegno da portare avanti. Ti ammiro per aver compiuto quest’opera.
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Fantastico 🙂
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