‘‘Miracle’’ è l’app cattolica Made in Italy: quando la tecnologia è al servizio della fede, con i suoi pro e contro

Il 10 agosto ricevo un’email di un certo Luca, membro della start-up di Parma che ha creato e distribuito l’app Miracle il 2 dicembre 2018. Mi presenta il progetto che questa start-up italiana ha creato dopo oltre un anno e mezzo di lavori. Leggo con attenzione l’email, faccio mie le informazioni che trovo, clicco sul sito e approfondisco il tutto. Ho bisogno di discernimento, di capire cosa sia, se è cosa buona e giusta e quali siano gli eventuali pro e contro.

La richiesta nell’email è quella di parlarne nel mio blog ed eccovi quindi accontentati con una super review ultra esaustiva che nemmeno gli speciali ai tempi delle testate cartacee di musica e videogiochi. Ciò detto, ecco a voi, l’app..

“unire la comunità cattolica mondiale in uno straordinario spazio digitale”

Per chiunque fosse interessato al sub-mondo digitale delle applicazioni per sistemi mobili. Non che io lo sia: premetto e vi informo che a me le app non interessano granché e che io per primo non ne faccio uso, salvo casi particolari e specifici. Per cui, la recensione non viene fatta come se fosse interessata, tanto per fare pubblicità gratuita, nemmeno fosse mossa dal denaro, ma per esporre obiettivamente cosa e come sia, dalla mia personale prospettiva.

Vi informo fin da adesso che questo non è un articolo retribuito. Quest’app è realizzata tenendo fissa la «prospettiva cattolica», tenendo quindi conto della materia prima: il cattolicesimo romano. È uno strumento di tecnologia realizzato ‘pensando alla fede’. Quella sorta di tecnologia al servizio del Vangelo che papa Benedetto XVI aveva invitato ad usare. Ciò non implica, tuttavia, che sia utile e/o di qualità. Questo bisognerà vederlo, indipendentemente dalla premessa di fondo.

Detto ciò, cari giovani di Parma, ecco a voi una review stile ‹‹tech magazine››. Volevate il supporto promozionale ed eccovi serviti. Supporto che però, come già esposto, non sarà pedissequo (è tutto favoloso!) ma obiettivo e imparziale. A conclusione del pezzo, sarò a dir poco brutale. O bruddal, come si diceva quando avevo 17 anni.


Cos’è Miracle?

Miracle è una app. Un social network di ispirazione cattolica, nato con l’obiettivo di diventare la community di riferimento dei fedeli cattolici, offrendo un prodotto unico e di facile utilizzo. Tuttavia non si tratta di un semplice social network, ma di una nuova strada pensata per allargare la tua rete di contatti cattolici grazie alle sue molteplici funzionalità, tra le quali un sicuro e pratico sistema di micro-donazioni alle parrocchie e associazioni cattoliche che ti stanno più a cuore. (dal sito ufficiale)

Qual’è lo scopo?
  1. Aiutare le comunità cattoliche di tutto il mondo a rimanere unite, anche a distanza
  2. Aiutare a sostenere le parrocchie in tutta sicurezza, tramite le offerte
Dove la posso ottenere?

La app è disponibile gratuitamente su:

Google Store
Apple Store

Ciò detto, ci possiamo avviare verso lo svisceramento analitico, cercando di conoscere quella moltitudine di funzionalità che i suoi autori, i cinque ragazzi di Parma, hanno concepito. Di roba ce n’è in abbondanza. Avendola scaricata nel cell di un’altra persona che mi ha consentito di provarla (io non uso app, come esposto) e avendola così sviscerata a fondo, vediamo di capire cosa si può fare con la suddetta applicazione.

I
Bacheca

La Bacheca è la parte che di fatto deriva dalle piattaforme digitali – impropriamente chiamate ‘‘social network’’ – come Facebook e Twitter. Il core interattivo dell’app, si potrebbe dire. Qui si da sfogo ai propri pensieri, si creano post che possono poi essere condivisi, si interagisce con altri utenti, si conoscono persone. Questa sezione è quando la persona agisce e interagisce all’interno dell’app, scrivendo, pubblicando e condividendo.

Prova pratica + qualche opinione
Accedendo all’app, la bacheca è la prima sezione da sinistra, contrassegnata dal simbolo M. Funziona come una qualsiasi bacheca di un qualsiasi ‘social network’: si scrive e si pubblica. Su cellulare, la visuale della bacheca è chiaramente verticale con i post che scorrono dall’alto verso il basso. Si possono o scrivere post, integrando foto e gif, o fare richieste di preghiera. Non sembrano esserci limiti di battute per la scrittura del post, differentemente da Twitter. 

Nel proprio profilo è possibile ritrovare la struttura standardizzata da Facebook: ci sono le foto, gli amici (la lista contatti), il numero di ‘amen’ (like) che sono stati dati, le informazioni personali, i commenti e via discorrendo. È possibile visualizzare i profili altrui, inviare richieste di amicizia e via discorrendo. 

Classico e derivativo ma altrettanto ‘ovvio’ che ci fosse: se non si inseriva questa componente, l’appeal e le potenziali effettive dell’app si riducevano azzerandosi quasi del tutto. Come risorsa ci sta, nell’ottica del design dell’applicazione. La qualità di questa componente dipenderà dal modo in cui verrà utilizzata dai suoi utenti. 

II
Offerta alle parrocchie

“We believe” è il sistema di offerta alla parrocchia tramite l’accensione delle candele

Il sistema We Believe, uno dei perni primari dell’app, avviene in collaborazione con Onlus Aslan. Tramite questo servizio digitale si possono accendere delle “candele virtuali” ed ogni candela virtuale accesa rappresenta un’offerta economica ad una particolare parrocchia, a scelta dell’utente. A livello pratico, il meccanismo specifico è piuttosto semplice e si costituisce di una serie di piccoli passi da attuare:

  • L’utente fa una offerta alla Onlus Aslan tramite la sezione WeBelieve su Miracle
  • Il suo credito su Miracle si ricarica dell’importo offerto
  • L’utente sceglie le parrocchie dove accendere le candele virtuali
  • L’utente sceglie la tipologie di candele da accendere (ci sono diverse tipologie con differenti costi e durate)
  • La Onlus Aslan raggruppa tutte le richieste degli utenti e destina le offerta esattamente ai luoghi prescelti
  • I luoghi di culto ricevono un bonifico cumulativo con i pagamenti

Così facendo le parrocchie ricevono sostegno economico.

Prova pratica + qualche opinione
Per accedere al servizio dell’offerta basterà andare su ‘impostazioni’, l’ultima icona a destra, e cliccare su Onlus Aslan e da lì è possibile scegliere l’offerta da fare, seguendo i passi che spunteranno man mano che si procede. Nulla che sia improbabile, complicato e irrealizzabile. L’idea c’è, è pregevole e funziona è va naturalmente sottolineato che non si sostituisce alla donazione reale che è possibile fare dal vivo ogni giorno. Entrambe le «metodologie» coesistono, l’una non preclude l’altra.

Questo modello alternativo di donazione economica è complementare e non esclusiva: c’è, è ok e va bene, ma non si sostituisce al primo metodo di donazione esistente in natura dalla notte dei tempi (dare il denaro dal vivo durante l’offertorio della Santa Messa o nell’apposito spazio fisico). Questo sia chiaro. Non è “meglio”: è solo un servizio aggiuntivo offerto dalle tecnologie e liberamente disposto per l’utente. 

III
Catholic Experience

La sezione Catholic Experience è la sezione della news, costola del reparto ‘blog’. Nella suddetta sezione si possono trovare novità quali il santo del giorno, la frase del papa del giorno, eventi e ritiri, luoghi di culto da visitare e via discorrendo. Una sorta di “magazine cattolico” o per meglio dire una raccolta digitale di informazioni di stampo cattolico aggiornata su base quotidiana, contenuta nell’apposita sezione. Sinceramente non l’ho vista all’interno dell’app e non ho capito se sta nell’app o nel sito ufficiale. Se è nell’app, chiedo venia.

IV
Luoghi di culto

La sezione Luoghi di culto è l’elenco digitale ove sono raccolti Chiese, parrocchie e luoghi di culto in Italia. Ogni luogo ha una pagina dedicata sotto la gestione di un amministratore (solitamente e a quanto ho capito è il parrocco) e consente di aggiornarsi sui programmi correlati ad una particolare chiesa (orari Messe, confessioni, attività pastorali etc…). Si possono fare offerte, iscriversi, divenendone membri (follower) e quant’altro.

Prova pratica + qualche opinione
La sezione si presenta come una lunga lista contatti semplice e semplicistica (com’è giusto che sia), verticalizzata, con le Chiese che scorrono l’una sotto l’altra attraverso un design visuale efficace. Tocca poi a chi gestisce il profilo della struttura aggiungere foto, informazioni o altro. Per ora, tutte quelle da me osservate sono sprovviste di foto e hanno un profilo piuttosto rudimentale, allo stato embrionale, sono povere di informazioni e non hanno grande attività per non dire che l’attività è nulla. 

Non sono, inoltre, riuscito a trovare informazioni di alcun tipo (come gli orari delle Messe o delle Confessioni), differentemente da quanto pubblicizzato. Questo è dovuto al fatto che l’app è fresca di distribuzione e considerando l’identità di nicchia dell’app, il paese di origine e di distribuzione, il mondo cattolico ormai in via di estinzione e aggiungendo che dietro il prodotto non ci sono le finanze di una multinazionale tale per cui sarebbe possibile una promozione da tripla A, la comunità di supporto è ancora piuttosto esigua, in crescita ma limitata, costituita solamente da un paio di centinaia di utenti più o meno fissi (il dato quantitativo l’ho tratto dalla lista che mi compariva all’interno dell’app: poi magari mi sbaglio e gli utenti che mi apparivano erano/sono soltanto una parte).  

Ciò detto, è possibile cliccare su ‘segui’, accendere una candela (la donazione), sapere quanti membri seguono la chiesa (se ce ne sono), leggere i post (se ce ne sono), guardare le foto (se ce ne sono) e leggere le informazioni principali quali città, via e numero civico. 

Insomma, la sezione in sé funziona ed è ok come design e funzionalità ma al momento è un pargolo digitale in fase di maturazione verso un pieno e reale compimento, essendo, per motivi “naturali”, ancora povera di partecipazione. Manca la materia prima: il pubblico. E non è colpa di nessuno, non esistono cause o “colpe”. Ci vuole semplicemente tempo prima che la community cresca. È la natura.

V
Preghiere

La sezione preghiere contiene tutte le preghiere finora pubblicare all’interno dell’app: dal Padre Nostro all’Atto di Carità. Non vi sono necessariamente tutte quelle esistenti nell’universo ma solamente quelle che sono state aggiunte dai propri utenti. Per ogni preghiera sono visualizzati gli amen (like), ed è possibile condividere e salvare la preghiera, dedicandola anche a qualcun altro. Utile per avere una raccolta digitale di preghiere a portata di mano da usare on demand, in qualsiasi momento, 24/h. Utile perchè trasportabile nel tempo e nello spazio, perchè condivisibile e perchè senza limiti di spazio. Bene!


Considerazioni conclusive
(oneste e bruddal)

Bene, dopo qualche oretta passata sull’app (grazie per avermela fatta usare sul tuo cell, M), direi che è giunta l’ora di trarre qualche considerazione conclusiva della “prima ora”. Premetto che, come già esposto, NON sono pagato né ho ricevuto compensi di alcun tipo (materiali o immateriali) per la costruzione di questo articolo che è invece stato completamente volontariato e deliberato. Quel che dico è ciò che penso, ciò che espongo mediante la parola è ciò che ho nell’intelletto, as always.

Anzitutto va esposto che io e la tecnologia siamo due cose separate, non unificate, o per meglio dire due parenti autonomi che vivono ognuno per conto proprio, come se uno vivesse negli USA e l’altro in Russia e solo di tanto in tanto si sentissero a vicenda. Il mio rapporto con la tecnologia è essenziale, limitato, ponderato e soggetto a moderazione e controllo totalitario che nemmeno le donne nel mondo islamico.

Fosse per me, fallirebbero le industrie, i rivenditori, i negozi di tecnologia, i lettori digitali, l’industria musicale, l’industria cinematografica, i cellulari, i videogiochi, Amazon, Microsoft e tutti pari (che in catanese significa “tutti quanti”). Faccio uso di tecnologia nei limiti del necessario e dell’essenziale e nella misura in cui realmente essa ha una funzione di utilità particolare, artista, esistenziale o professionale.

Va poi ribadito, casomai non si fosse letto e capito a sufficienza, che io non sopporto l’ascesa delle app nella realtà professionale e sociale, come se queste fossero necessarie per il proseguo della vita, non le uso e non le ho mai scaricate in vita mia. L’unica che di fatto possiedo e che abbia mai scaricato è GuitarTune, fondamentale, per me, per accordare la chitarra, non essendo bravo ad accordare strumenti ad orecchio. Credo che l’app sia realmente utile quando presuppone un servizio che si possa definire tale, capace di donare e di farsi usare per l’utilità individuale e collettiva, e non quando “aggiunge” laddove non c’è bisogno di aggiungere, senza, oltretutto, divenire vincolante.

Se è utile e non vincolante per una qualche attività, ci può stare. Ciò detto, visto che l’identità dell’app era ed è dichiaratamente cattolica, ho deciso di dedicarci un contenuto nel mio spazio web, nel mio salottino virtuale, nel mio personalissimo blog, giusto per la sua dichiarata ed implicita unione alla fede cattolica. Non essendovi eresie palesi promosse e diffuse all’interno o ‘all’esterno’ dell’app, ho deciso che meritava attenzione (a maggior ragione).

Ciò detto è bene velocizzare (sono già a 1.900 parole) e passare al commento ‘analitico’ compiuto e definitivo. Giungiamo dunque al nocciolo della mia review. L’app è fondamentalmente caratterizzata da due aspetti: la condivisione “in digitale” a distanza (la classica bacheca virtuale derivata dai network più blasonati) e la possibilità di fare donazioni verso qualsiasi parrocchia iscritta all’interno dell’app + sezioni e opzioni secondarie di vario tipo, tra cui l’archivio delle preghiere.

Sarò critico e imparziale su entrambe donandovi una mia personale lettura della situazione nel suo insieme. Partiamo dalla bacheca. Premetto che per me dire ‘social network’ è una bugia: se è digitale non è social. Il ‘social’ è fuori, lì nel mondo, nella vita reale e fisica di tutti i giorni. Il social non è dentro ad un computer ma nemmeno dietro, se capite cosa intendo. Quindi, nel momento in cui un servizio digitale ti permette di sentirti o di condividere un testo, comunque non è social: non lo sono i videogiochi che ti fanno giocare in 100 online in simultanea e non lo sono nemmeno i network che si definiscono tali.

Quando si tratta di usare la tecnologia, di scrivere e di condividere per il bene della fede e dell’evangelizzazione a maggior gloria di Cristo, allora la tecnologia subisce una valorizzazione positiva, elevata per un fine nobile e universale gradito a Dio. Condividere e sentirsi a distanza tramite internet (siti, app e quant’altro) fa parte delle possibilità minori offerte dalla tecnologia, possibilità scindibili da cui l’uomo NON deve diventare dipendente. Possono essere usate e divenire ausiliari, ma non devono di per sé sostituirsi al reale né tantomeno diventare preponderanti.

Le persone vanno viste e sentite dal vivo e con esse ci si deve crescere dal vivo. Non bisogna aggiungere una persona in una lista digitale, tramite servizio online e lasciarla lì facendole fare la muffa, ridotta ad un cumulo di kilobyte, convinti poi “di avere un amico”. È la grande truffa del connubio mente umana/internet, intelletto/risorsa: l’intelletto deve saper separare ciò che è reale da ciò che sembra reale. Non sono amici e non lo saranno mai, salvo i casi in cui si conoscessero dal vivo (e non è detto che lo siano anche in questo caso).

Con una persona ci si prende per mano e si CRESCE dal vivo, guardandosi negli occhi. Le “bacheca social”, per me, sono un po’ l’inutile, il superfluo, il non-necessario, lo scindibile: atrofizzano i rapporti reali, danno all’uomo la possibilità di avere un contatto a distanza senza nessuna profondità effettiva e danno la possibilità di dedicarsi ad uno schermo per un individuo che non ha peso specifico nella vita propria piuttosto che alla vita reale (che è solo e soltanto là fuori). Insomma, ‘libertà’ aggiuntive discutibili di cui non avevamo bisogno e di cui abbiamo fatto a meno per 10.000 anni.

La bacheca in sé ci può stare qualora si volesse diffondere un pezzo di vangelo mediante il digitale, senza che questa diventi la neo-dipendenza per chi si senta solo o voglia comunicare con qualcuno. La soluzione dipende da come questi servizi vengono utilizzati, in quanto entrambi possono essere complementari e non esclusivi; la cosa realmente primaria da esprimere è che l’evangelizzazione e la diffusione del Vangelo non passano da qui. Questi strumenti, al massimo, sono secondari e non esclusivi. Si possono anche per questi fini senza essere di prima necessità.

Personalmente sono per una vita cattolica quanto più essenziale e semplice possibile, dove perfino l’uso del telefono è ridotto al minimo storico per solo chiamate e messaggi, senza mai usare app, servizi, internet e quant’altro. La possibilità di donare per mezzo dell’app è cosa gradita e questo permette di inviare denaro, deliberatamente e a piacere, anche a parrocchie poste dalla parte opposta rispetto a dove viviamo. Questo, come appurato in sede, è positivo ma non si sostituisce alla possibilità naturale di donare dal vivo *. Se c’è sicurezza e si può inviare anche a distanza, ben venga. Non è necessario avere quest’app per donare né tantomeno donare online. Ma la possibilità in sé è lecita e gradevole, qualora si abbia l’applicazione.

* L’idea che donare dal vivo non sempre è sicuro è in larga parte una strategia fallita per valorizzare e spingere verso la donazione online: le casse delle parrocchie dove oggi si mette il denaro sono quasi indistruttibili e le Chiese hanno ognuna orari di apertura e chiusura assolutamente fiscali per cui dopo una certa ora chiudono ed è improbabile che un ladro riesca ad entrare violando le loro porte che sono dure ed ermetiche come il metallo pesante.

Ciò detto, l’opzione aggiuntiva di donare è positiva, la struttura dell’app è interessante e variopinta e la piattaforma in sé offre una serie di servizi la cui qualità dipenderà dall’utente e dal modo in cui esso ne farà uso e beneficerà dei suddetti strumenti. Non fatevi prendere dalla smania “mi iscrivo e condivido post dalla mattina alla sera”. Vivete la vita dal vivo, minimizzate la tecnologia solo per cose necessarie e realmente importanti e, se proprio scaricherete quest’app, fatene un uso intelligente, senza trasformarla in una gabbia mentalmente limitata di fanatici senza speranza. Non sprecate tempo a scrivere “buongiorno” al mattino; condividete, piuttosto, articoli che abbiano un utilità costruttiva o informazioni di valore. O lasciate perdere.


Ho finito. Quel che avevo da dire, l’ho detto. Preghiamo il Rosario e andiamo a Messa ogni giorno.

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