Vita di una Zekka Imbruttita: Intervista ai fondatori di una pagina Instagram molto scorretta

È storicamente comprovato che le zecche non piacciano a nessuno. Sono esserini che difficilmente suscitato affetto ed empatia da parte dell’essere umano. Forse nemmeno l’animalista – psichicamente convinto ed in piena ascesa nel suo animalismo ideologico – vede in una zecca un essere da amare e proteggere. Ve n’era – e ve n’è – una che tuttavia non infastidiva, ma che generava fastidio a chi non vuole che venga ostacolato il pensiero comune, il prodotto scelto dal sistema per la massa. Una zekka capace di farsi amare da chi è infastidito dalla bugia e di farsi odiare da chi è infastidito dalla verità. Gli intolleranti non sopportano la verità: essa ostacola il progetto di rivendere la bugia al popolo.

Sto parlando de “La Zekka Imbruttita”, un duo di ragazzi italiani attivi su Twitch – con il podcast “Pensiero Ribelle” – e su Instagram – con, per l’appunto, la pagina “La Zekka Imbruttita”, un profilo da 12K persone. Freschi di un ban avvenuto a fine agosto che li vide rimossi e rientrati in gioco nell’arco di un’ora. Anch’essi hanno aperto bocca per dire che 2 + 2 equivale a 4 e che 2 + 2 non possa che equivalere a 4. E quando il difensore dell’ovvio apre la bocca per ricordare l’ovvietà della natura, il progressista si infastidisce. Dura pensare che oggi ci si debba definire “difensore dell’ovvio”: pochi anni fa, l’ovvio non andava difeso: esso era semplicemente insito nella coscienza dell’uomo, in ogni uomo, e dunque creduto in natura. Oggi, essendo rifiutato, va addirittura difeso.

Ho raggiunto i due ragazzi, autori de La Zekka e Pensiero Ribelle, e li ho contattati per farci due chiacchiere, per rivelarli all’odierno tempo e per parlare della vita e della morte di una zekka, di quelle che amano la natura, la verità e l’arcobaleno, ma soltanto quello del cielo. Prima che la zekka riprendesse il volo verso un nuovo obiettivo, sono riuscito ad intercettarla e a farle quindici domande.

Eccoli in esclusiva per theorangeblogger.com

Intervista a Davide ed Enrico;
Autori de “La Zekka Imbruttita” e “Pensiero Ribelle”
By © Fabio Arancio

  1. Ciao ragazzi e grazie per aver accettato questa intervista in esclusiva su theorangeblogger.com. Siete gli autori del podcast “Pensiero ribelle” e di una pagina Instagram chiamata “La Zekka Imbruttita” che conta 11K follower. Chi c’è dietro questa zecca che in molti vorrebbero abbattere?

Ciao Fabio. Grazie a te. Siamo due admin attualmente. Io, Davide, 26 anni di Como, admin principale della pagina, sono agronomo e lavoro a Milano in questo ambito, mentre Enrico, 24 anni di Lecco, il co-admin, studente magistrale di Economia a Bergamo.

  1. Partiamo dal principio. Quando vi è venuta l’idea di fondare questi due progetti, cosa vi ha spinto a farvi avanti e a buttarvi, e quali sono state le difficoltà principali che avete riscontrato nell’iniziare?

La pagina “La Zekka Imbruttita” è nata a maggio 2019. L’idea è venuta un pomeriggio: discutevo spesso di politica con amici, ma spesso ci trovavamo in disaccordo su numerosi temi. Dopo queste discussioni mi sentivo molto stressato, con la necessità di sfogarmi con qualcuno che condividesse le ideologie che seguo. Allora ho proposto di aprire questa pagina, il cui nome è dato da uno spunto di una famosa pagina di Milano, ormai diventata anche un brand, chiamata “Il Milanese Imbruttito”. Volevo un nome particolare e goliardico diverso dalle solite pagine con i nostri orientamenti politico-ideologici. Così abbiamo iniziato in 4 admin, per poi, a causa di vari impegni, rimanere io ed Enrico. La determinazione di pubblicare dal primo giorno in modo costante, anche con pochi followers, ci ha permesso di crescere abbastanza velocemente, grazie anche al sostegno di altre pagine già affermate da tempo sui social, superando vari shadow-ban che si ripresentano tutt’ora.

  1. Vi sono difficoltà che riscontrate ancor oggi nel proseguire il vostro percorso? Sia in termini tecnici e artistici, che in termini di tempo, passione e dedizione.

Dal punto di vista tecnico, ci sono periodi in cui risulta difficoltoso uscire da lunghi shadow-ban, che arrestano la crescita della pagina e la condivisione di contenuti. In due anni e mezzo ci hanno bannato una quarantina di post, per lo più notizie o vignette satiriche innocenti, per le quali non ci saremmo mai immaginati che potessero essere ritenute “offensive”, ma i segnalatori sono sempre attivi e sicuramente Instagram non è un social molto oggettivo. Per quanto riguarda il tempo, spesso con il lavoro è difficile trovarne per cercare contenuti, ma la passione e la dedizione mi permettono di sfruttare ogni pausa o momento libero per la causa.

  1. L’indice di gradimento e di popolarità dei vostri contenuti è in rapida crescita. Questo può comportare dinamiche collaterali estremamente variabili. Si pensi all’artista che, ottenuta una fanbase, cessa di esprimersi come vorrebbe e diventa succube di quello che l’utenza vorrebbe che facesse. Vi sentite mai vincolati da ciò che una fetta della vostra fanbase si aspetta da voi?

Abbiamo una fanbase molto varia con aspettative anche differenti. Ci siamo sempre espressi per quello in cui crediamo, andando a volte anche a “scontarci” con degli utenti per vedute differenti su alcune tematiche. L’unico vincolo che ormai ci poniamo, è quello di porre maggiore attenzione a ciò che pubblichiamo, per evitare possibili ban. 

  1. C’è anche chi smette di manifestare idee pericolose per il pensiero unico ed inizia a indorare la pillola, dicendo quello che il popolo si aspetta che dica. Vi capita mai di provare timore ad manifestare certe idee, consapevoli di cosa vi aspetti subito dopo la pubblicazione?

Ci sono vari modi per manifestare un’idea in un post: tramite una notizia di giornale, una vignetta satirica, un video o un aforisma. Quello che preoccupa di più è il mezzo, in quanto capita a volte venga frainteso il messaggio per troppa negligenza o superficialità di alcuni utenti, non solo radical chic, ma anche che condividono le nostre ideologie. Una vignetta risulta spesso più tagliente di una notizia ma può creare anche più contrasti su come viene fatto passare il messaggio. 

  1. Siete tra i bersagli preferiti di chi professa amore, tolleranza, uguaglianza e “inclusivismo”. Termini abusati e svuotati da ogni significato, come aveva profetizzato Orwell con il bi-pensiero. Stiamo assistendo ad una lotta massiva che vuole riprogrammare il significato associato alle parole, stabilire cosa possa o non possa pensare un individuo e controllare le idee della massa: dopotutto, chi controlla l’idea, controlla la psiche. Pensate che la libertà di espressione e linguaggio sia una delle sfide contemporanee? Come la vivete questa dittatura graduale delle idee, voi che delle idee fate il vostro cavallo di battaglia?

Sicuramente la libertà di espressione e di linguaggio risulta essere una delle sfide più importanti. Spesso risulta frustante limitarsi nell’esporre le proprie ideologie: si evita solitamente di pubblicare post che sarebbero più taglienti e incisivi, ma che ci potrebbero far chiudere la pagina solo perché l’algoritmo di Instagram è chiaramente progressista così come i segnalatori seriali. Ne vale la pena per un post rischiare il ban e quindi non poter continuare pienamente nella lotta per la causa? Direi di no, o meglio non sempre. Conoscendo il nemico e i pericoli che ne derivano devi essere furbo e rischiare solo quando ne vale davvero la pena.

  1. Almeno uno di voi è uno studente universitario. Ora che il green pass è passato da dispotismo realtà, la libertà dell’individuo si è seriamente aggravata, vincolata da un pezzo di carta emanato dallo stato che di fatto obbliga indirettamente al vaccino. Come lo vivete in quanto studenti universitari? Credete che l’Italia stia passando un punto di non ritorno?

Per la questione Green Pass Enrico si è vaccinato per evitare ogni volta di fare tamponi. Stesso motivo in ambito sportivo per giocare a calcio, anche se è una limitazione alla libertà personale di scelta. C’è sempre un punto di rottura, solo che in Italia, per come è fatto il cittadino medio italiano, si raggiunge con molta più lentezza rispetto ad altri Paesi.

  1. Il mondo di oggi è invertito e pervaso dallo spirito anticristico, esattamente come profetizzato dalle Scritture. Il vero è confuso con il falso ed il falso è confuso con il vero. Ciò che è bene appare male e ciò che è male appare bene. Ma voi della Zekka quand’è che avete iniziato a rendervi conto della dittatura del pensiero unico, del gender, del buonismo sinistroide ipocrita.. insomma, su come va il mondo?

Con l’aumento del potere dei social, soprattutto Facebook, si è avuto una diffusione di notizie, concetti e ideologie di ogni tipo notevolmente superiore rispetto a quando solo giornali e telegiornali avevano questo “monopolio”.  Anche con la nascita di Youtube si è avuta una diffusione di concetti molto più veloce e libera, inizialmente,  rispetto a qualsiasi altro canale di comunicazione. Da 6-7 anni abbiamo preso consapevolezza di questa deriva progressista non solo tramite i canali citati sopra, ma anche nell’osservare come serie tv e film sempre più frequentemente si incentrino su tematiche pro-LGBT, pro-BLM, pro-abortiste, immigrazioniste… forzando spesso la linea narrativa pur di adattarsi a questi schemi. Anche le pubblicità hanno un ruolo importante. Infine l’esposizione politica eccessiva a favore di queste ideologie, spesso con uscite insensate e ignoranti, trascurando quali siano i veri problemi che affliggono la società, ha portato anch’essa sempre di più a essere consapevoli di come il mondo stia mutando negativamente.   

  1. Avete mai vissuto un periodo in cui eravate all’opposto rispetto al pensiero attuale?

Abbiamo sempre abbracciato le ideologie per cui combattiamo.  Cambiano i mezzi e i tempi, ma siamo sempre rimasti coerenti. 

  1. Il 23 agosto siete stati bannati e poi riammessi nell’arco di qualche ora. Cosa è successo?

Entrando nell’account il 23 agosto sera, mi sono ritrovato con la schermata di Instagram in cui ci avvisava che la pagina era stata disabilitata per un massimo di 30 giorni.  Se entro quell’arco di tempo non sarebbe stato accolto il nostro ricorso da Instagram, sarebbe stata eliminata definitivamente. Non ci venivano bannati post da 2 mesi e non capivamo il motivo della disabilitazione. Dopo aver seguito le procedure per il ricorso, dopo circa due giorni ci è stata riabilitata la pagina, con spiegazione annessa che il motivo era il ban di una vignetta di Ghisberto su Conte appena pubblicata.

  1. Il ddl Zan avanza, l’Euro 2021 – appena concluso – ha sfoggiato stadi arcobaleno ed il calcio sembra che stia divenendo sempre più uno strumento di divulgazione mediatica propagandistico e politico, succube del movimento Lgbt. Cosa ne pensate di questa politicizzazione graduale dello sport? Non è che il calcio è divenuto nient’altro che soldi propaganda?

Il calcio è già da poco più di un decennio uno strumento di grande guadagno. Questo, come anche la Formula 1, stanno diventando dei mezzi potenti per fare propaganda facendo arricchire diverse aziende sponsor o sportivi che appoggiano spesso per convenienza ideologie progressiste. Un’altra conferma è stata data dalle Olimpiadi di Tokyo appena concluse. Non si è mai assistito a un’olimpiade con tanti atleti che sfruttavano i loro successi o semplicemente la propria presenza per apparire come paladini di ideologie progressiste.

  1. I media di massa sono divenuti lo strumento principaleper imporre il pensiero unico, sottomessi al potere massonico e delle grandi corporazioni: l’informazione, nel mainstream mediatico, non esiste più. Vi preoccupa questa continua politicizzazione dei media, con conseguente ascesa della censura e del politicamente corretto?

Assolutamente è preoccupante, soprattutto perché i partiti politici che abbracciano le nostre ideologie sono spesso defilati o inefficaci a combattere contro questi cambiamenti.  Questo ci fa capire come attualmente la nostra classe politica sia inadeguata a difendere questi valori appunto solo con la politica. Il cambiamento viene dal popolo, dai movimenti che non si legano al partito come se fosse una squadra di calcio, ma che combattono per quegli ideali con  azioni.

  1. “Pensiero Ribelle”, in esclusiva su Twitch, vede ospiti diversi ad ogni puntata dibattersi contro i deliri del politicamente corretto. Come vi trovate a parlare di società e politica su questa piattaforma? Quali piani avete per il futuro del programma?

A fine settembre torneremo con la seconda stagione con tanti ospiti, alcuni già visti, ma anche con tante altre novità. Io e Giacomo Garuti cerchiamo sempre di parlare di politica e società non in modo pesante, non stile dibattito televisivo per intenderci, ma come se ci trovassimo con gli utenti a un bar a discutere di attualità. Ci sono già giornali e tv che trattano argomenti di interesse in modo macchinoso e spesso noioso e confusionario, rendendo lo spettatore passivo. Noi cerchiamo di coinvolgere chi ci segue, interloquendo con i followers e facendo loro da tramite con gli ospiti. E’ difficile nel nostro ambiente portare certi contenuti su Twitch, ma con passione e dedizione vogliamo portare avanti e far crescere questo progetto che risulta stimolante in primis per noi.

  1. Mai pensato di avere un sito, o blog personale, o di sperimentare altre tipologie di piattaforme? Servizi come Gab – dove l’unica cosa ad essere proibita è la censura – o Rumble, per citare due esempi, non sono affatto male.

Sinceramente, un po’ controcorrente rispetto a numerose altre pagine, abbiamo deciso di continuare solo su Instagram e in parallelo su Telegram. È difficile portare gente su una piattaforma nuova che non spazia su diversi ambiti come Instagram o Facebook, e che non tutti hanno. Su Instagram è più facile raggiungere utenti, col fatto che tutti stiamo su questo social principalmente per amicizie e seguire pagine di intrattenimento o sport. Continueremo a combattere su questa piattaforma, come altre pagine, per non lasciarla in mano completamente ai progressisti, che non aspettano altro che ci stufiamo di censure e ban per cacciarci via dai social classici.

  1. Siamo giunti a conclusione. Immaginate questo scenario. È il 1 gennaio 2022. Il green pass è stato tolto. La pandemia, o presunta tale, non esiste più. Ci credete?

Difficile crederci purtroppo. C’è molta confusione anche da parte degli esperti su quando potrà finire questa pandemia. Si parla spesso di convivenza con essa, continuando a fare richiami vaccinali per chi sa quanto tempo. Il Green Pass è stato da poco tolto in Gran Bretagna e Danimarca, così con tutte le restrizioni annesse. Siamo in un Paese dove si cavalcano queste crisi per raggiungere obbiettivi politici.  Tutto dipenderà da come sarà la reazione di noi cittadini di fronte a nuove inspiegabili restrizioni.

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