È la fine del cattolicesimo in Olanda?

Salmo 42, 12 Perché ti rattristi, anima mia, perché su di me gemi? Spera in Dio: ancora potrò lodarlo, lui, salvezza del mio volto e mio Dio.

Mi ha generato sgomento la notizia che lessi su una piattaforma digitale qualche giorno addietro. Trattava, difatti, della crisi della Chiesa Cattolica in Olanda e della graduale estinzione del cristianesimo divinamente rivelato nel paese orange. Non che mi generi sgomento la crisi della Chiesa o il crollo della fede, essendo oramai un dato abituale ed essendoci pienamente abituato; mi fa effetto non che in un intero paese la Chiesa si stia decimando, restringendo o collassando, ma che si stia letteralmente estinguendo.

Se, infatti, nel mondo si parla e si intravede empiricamente la crisi, la diminuzione graduale del popolo e delle vocazioni, non era ancora giunto il paese in cui si poteva parlare, in termini scientifici, di estinzione a tutti gli effetti. Se in Italia la Chiesa è in riduzione, in Olanda è prossima al principio scientifico dell’estinzione, esattamente come accaduto con il Dodo. I dati ricavati hanno certezza matematica e derivano da uno studio compiuto da Trouw, un quotidiano olandese fondato nel 1943, di proprietà di DPG Media.

«La fine del cattolicesimo in Olanda»

Secondo lo studio Trouw, la Chiesa Cattolica in Olanda è in progressiva estinzione. Dal 1970 al 2008, 400 Chiese Cattoliche sono state demolite o convertite per altri usi. Allo stato attuale, ogni dieci parrocchie, otto sono in rosso e dovranno necessariamente chiudere. Un quinto di tutte le Chiese del paese è già stato demolito o convertito per altri usi. Nella città di Utrecht, le Chiese sono state ridotte da 316 a 49. Entro il 2030, nell’arcidiocesi di Utrecht, il territorio ecclesiastico più grande che ci sia nei Paesi Bassi, solo 15 delle 280 Chiese di oggi continueranno a celebrare la Santa Messa.

Delle 6.000 Chiese attuali, l’80% perderà la propria funziona religiosa nei prossimi anni, per assenza di fedeli, parroci e mancanza di soldi. Per ognuna di esse, la demolizione si prospetta imminente. Perfino la cattedrale di Santa Caterina di Utrecht, dove nel 1853 erano stati consacrati tutti i sacerdoti d’Olanda, è stata acquistata e dunque venduta. Almeno 25 Chiese sono state convertite in Moschee; si pensi alla Moschea Fatih Camii di Amsterdam che un tempo era la Chiesa di Sant’Ignazio.

Poco dopo il Concilio Vaticano II, l’Olanda contava 2.7 milioni di cattolici praticanti. Nel 2016 se ne contavano solamente 173.000. Nel 2030, secondo i flussi demografici attuali, saranno soltanto 63.000. Tra il 1970 e il 1985, il numero complessivo di cattolici olandesi è diminuito del 70%. Dal periodo post-conciliare al 2016, è avvenuto un crollo demografico del 94%. Il numero di partecipanti alla Santa Messa e di cattolici praticanti in genere, che vivono la loro fede, si è ridotto al minimo storico assoluto, divenendo una piccola comunità di nicchia, dinanzi una popolazione da 17 550 654 di abitanti 1.

  1. Censimento ISTAT al 2021.

Secondo la società di consulenza immobiliare Colliers International, 1.700 Chiese perderanno la loro funzione entro il 2030. Nella provincia olandese della Frisia, 250 delle 720 Chiese esistenti sono già state vendute, convertite per altri usi o chiuse. Il cardinale Wim Eijk ha spiegato al quotidiano De Gelderlander che il cristianesimo in Olanda è vicino alla fine.


La ragione deve riconoscere, mediante il principio di realtà, il creato che lo circonda e in esso le società che costituiscono la realtà umana. Deve saper vedere e riconoscere, osservare e comprendere. E dunque agire. Bisogna dunque riconoscere, alla luce del principio di evidenza naturale, che la Chiesa Cattolica sia obiettivamente in crisi, in Italia così come nel mondo, e che in Olanda, nello specifico, sia letteralmente prossima ad una riduzione talmente universale da rasentare l’effetto scientifico dell’estinzione. Se (condizionale d’obbligo) si continuerà così, la fede cattolica in Olanda si ridurrà ad un tale livello da essere prossima allo zero.

Bisogna, tuttavia, analizzare la realtà non solo alla luce della ragione, ma anche ed attraverso la virtù della speranza, effettuando una prospettiva futura non soltanto in rapporto alla sola realtà umana (prospettiva orizzontale), ma anche in rapporto all’esistenza di Dio (prospettiva verticale), anteponendo la Sua parola sul creato. Bisogna insomma includere entrambe le componenti, quella umana e quella divina. Vedere il futuro in accordo con il presente, certo, senza dimenticare e omettere, tuttavia, le promesse escatologiche della Scrittura da Dio scaturite. È dunque necessario effettuare un rapporto di relazione con il futuro che abbia in sé entrambe le componenti, quella naturale e quella sovrannaturale: il realismo, dettato dalla realtà naturale e ricavato mediante l’evidenza empirica, e la speranza, che ha origine in Dio, alla luce della Rivelazione.

Se dal presupposto realista possiamo obiettivamente affermare che la Chiesa Cattolica d’Olanda si ritroverà ad avere meno di 63.000 persone entro il 2030, con possibilità di ridursi a una o due anime entro il 2050, alla luce della speranza in Dio dobbiamo tuttavia credere che la progressione del tempo non avrà e non può avere l’ultima parola: Dio può sempre e comunque intervenire, ispirare, cambiare, mutare. Chi, negli anni cinquanta, avrebbe creduto che l’Est Europa, un giorno, nel futuro, avrebbe abbracciato il cristianesimo? Chi, ai tempi della scoperta delle Americhe, credeva che un giorno, in futuro, i paesi dell’America meridionale sarebbero stati roccaforte del cattolicesimo?

Da quel piccolo gruppo di persone che rimarranno in Olanda, si potrà comunque ripartire, ricominciare, riavviare. Si può sperare che l’Olanda, nell’attesa che si compia questa “decimazione” assoluta prevista dalla realtà dei fatti, potrà comunque venire evangelizzata, che si potrà nuovamente diffondere il bello, il vero e l’eterno, in un paese che ha tradito le sue origini e che le sta progressivamente annientando. Anche in un paese che si avvia verso la progressiva scristianizzazione, può avvenire un inversione di tendenza che mutui la situazione storica e sociale.

Vedere la realtà buia e credere che il futuro sarà soltanto buio non è cristiano, è diabolico. Vedere il futuro come l’equivalente matematico del presente, togliendo la speranza in Dio e l’ultima parola che Dio può avere in un dato momento storico, non è cristiano. Vedere il buio nella realtà e sperare che Dio possa far luce, generando un futuro migliore, questo sì, è cristiano. Riconosciamo che il cattolicesimo in Olanda è in via di estinzione. Ma speriamo, parallelamente, che il processo potrà invertirsi e che laddove è deserto, si potrà avere un giardino fiorito. Ancora una volta.

Ebrei 10, 23 Manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza, perché è fedele colui che ha promesso.

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