Il mondo odierno vive nella separazione da Dio più assolutista e impassibile che non sia mai esistita nella storia del creato. Ciò che deriva dal trascendente sembra essere divenuto un racconto del passato; invero, giacchè il mondo ne declami la morte, il trascendente, lo spirito, è ancora custodito nel cuore di chi ci crede ed è ancora diffuso nella società odierna. In un mondo che urla, in una società che predispone ad interiorizzare l’esperienza musicale ’’distrattiva‘‘ per ridurre la capacità critica di comprensione, è ancora possibile reperire forme musicali proprie del sacro, del trascendente, dell’antico, che aiutino l’anima ad arrivare a Dio.
Non bisogna credere che nel mondo odierno non sia più possibile diffondere e far conoscere il trascendente. L’esse ipsum subsistens, colui che ha in sé stesso la vita e che la dona, vuole ancora oggi farsi conoscere ed amare, ed essere conosciuto ed amato. Girovagando tra le società e tra le culture internazionali di cui disponiamo oggi, sono venuto a conoscenza di un gruppo di fratelli in Cristo, apostoli del Vangelo (quello vero), autori di musica sacra. Si chiamano Harpa Dei. Li ho chiamati per intervistarli e loro, fraternamente, hanno accolto l’invito.
Gli Harpa Dei cantano di Dio e per Dio mediante uno dei linguaggi musicali più pregiati: il gregoriano antico. Quel linguaggio musicale che qualcuno dava per disperso e che, nella realtà materiale e sensibile, è ancora vivo. Il pensiero popolare improprio esclamava «non è più tra noi: è defunto» con i detrattori pronti a cantar vittoria per l’annichilimento di una musicologia tanto cara a Dio; ed invece, contro qualsiasi pronostico storico e culturale, è ancora vivo.
Harpa Dei coniugano la sostanza eterna, il gregoriano in lode a Dio, con la forma moderna, usufruendo di tutta quella serie di risorse proprie dettate dalle scoperte tecnologiche. Il canto antico viene così filmato e diffuso mediante youtube. L’eterno si fonde con il moderno, in un connubio armonico che attrae a sé l’anima di colui che si ferma ad ascoltare. Ascoltare gli Harpa Dei può aiutare nella costruzione di uno spazio isolato in cui rimanere a tu per tu con Dio; un’isola di meditazione e di contemplazione, cullati dalle note del canto angelico.
Intervista esclusiva ad Harpa Dei
Gruppo fraterno, autori di musica sacra
Di © Fabio Arancio
In esclusiva su theorangeblogger.com ™
- Iniziamo con una semplice domanda: quando vi è venuta l’idea di creare un progetto musicale di Musica Sacra? Qual è lo scopo principale del vostro progetto?
In primo luogo, è bene chiarire che non era nostro “piano” sviluppare un progetto; Piuttosto, vediamo il nostro apostolato con la Musica Sacra come una missione che il Signore ci ha affidato nel nostro cammino di sequela di Cristo. Da bambini siamo cresciuti con il canto liturgico, i nostri genitori essendo membri di una famiglia spirituale con un’enfasi speciale sulla dignità e la bellezza della liturgia. Diventando maggiorenne, ognuno di noi prese indipendentemente la decisione di unirsi a questa famiglia spirituale. L’inizio del nostro apostolato come insieme è stato nel 2011, nell’ambito di una campagna di preghiera che siamo stati chiamati a svolgere per contrastare la violenza criminale nel paese dell’Ecuador. Abbiamo cantato Sante Messe, ore di adorazione, concerti di Musica Sacra, ecc. In questo contesto scopriamo il valore che la Musica Sacra ha anche come arma spirituale contro le forze del Male, opponendo alla bruttezza del peccato la bellezza di Dio. Quindi, il primo scopo del nostro ministero con la Musica Sacra è glorificare Dio; e, in secondo luogo, che le persone entrino in contatto con Lui, che è la fonte di ogni bellezza.
- Avete sentito una sorta di ispirazione interiore? Vi siete mai sentiti supportati da Dio nel procedere e nel rendere questo progetto reale?
Certamente la parola “ispirazione” è più esatta della parola “idea” o “progetto” per interpretare la Musica Sacra. Ad un certo punto, il nostro padre spirituale si è accorto che Dio ci aveva fatto questo dono e che ci chiamava a metterlo al servizio della missione. In questo senso, non solo ci siamo sentiti sostenuti da Dio, ma è stato Lui a guidarci e ad aprirci le porte. Noi, da parte nostra, cerchiamo di fare la nostra parte.
- Vedo tre ragazze ed un ragazzo. Presumo che siate fratelli in Cristo. È stato difficile unirsi, mettersi assieme, sia artisticamente che intellettualmente, creando qualcosa di specifico e distinto, considerando che vi sono quattro persone coinvolte? Vi capita mai di avere una discussione su una questione tecnica o musicale?
Effettivamente, siamo infatti fratelli in Cristo, ma anche di sangue. Questa combinazione ha reso l’unione molto più facile per noi. Certo, possono esserci piccole divergenze, ma di solito raggiungiamo rapidamente un consenso.
- Nella descrizione disponibile nel canale Youtube, si legge “May this Musica Sacra help to discover and enjoy the beauty and goodness of our Lord!”. Che significato ha, per voi, il concetto di “Musica Sacra”?
Per noi la Musica Sacra è una parte essenziale della nostra vita quotidiana, che ha un focus principalmente contemplativo. Si cantano tutte le preghiere liturgiche della giornata. La Chiesa è sempre stata chiara che la Musica Sacra eleva facilmente l’anima verso Dio. Inoltre, dona una leggerezza e uno splendore speciale alla preghiera vocale.
- Come cantanti e autori di Musica Sacra, non dev’essere né semplice né scontato abbracciare tipologie differenti di arte musicale, sia in qualità di consumatori che di creatori. Vi capita mai di uscire fuori dal vostro territorio musicale e di ascoltare altre tipologie di suono e di composizione musicale?
Poiché conduciamo una vita prevalentemente contemplativa, di solito non ascoltiamo altro che Musica Sacra (a parte pochissime eccezioni). Infatti, poiché la Musica Sacra costituisce la massima espressione dell’arte (vedi Costituzione Sacrosanctum Concilium) e conduce al silenzio, l’anima, con il passare del tempo, non ne cerca più. D’altra parte, la diversità di espressioni nel canto sacro stesso è enorme. Se consideriamo solo le tradizioni che potremmo ascoltare ogni giorno nella Basilica del Santo Sepolcro (luogo della morte e risurrezione di Nostro Signore), abbiamo già abbastanza varietà: quella armena, copta, siriana, greca, etiope e romana tradizioni – latino.
- Oggi, ci ritroviamo ad avere la cosiddetta “christian music”. È il trend musicale più imponente nel mondo della cristianità odierna. E ciò non implica che la musica in questione sia sempre e comunque un prodotto qualitativo. È un modello di musica differente, distante dal santo decoro della musica gregoriana, nonostante possa comunque avere un presupposto di decoro e qualità proprio. Si pensi ad Athenas Venice, dall’Argentina, o a Mirael, dall’Italia. Ciò detto, lascia che vi chieda: cosa ne pensate della cosiddetta “christian music“? Vi sono artisti del genere che vi potrebbero piacere?
Qui va fatta una distinzione di fondo: c’è la “musica religiosa” (come, ad esempio, quella che tu chiami “musica cristiana”) e la “musica sacra”. Nel primo caso, l’anima esprime la sua esperienza soggettiva di Dio. Le origini di questo genere musicale sono solitamente nel mondo protestante, a cui manca la liturgia in quanto tale. D’altra parte, la “musica sacra” si basa sulla vita liturgica della Chiesa. Pertanto, è di natura oggettiva ed ecclesiale. In questo caso, è Dio stesso che la ispira e invita l’anima a partecipare ea chiedere qualcosa alla liturgia celeste.
Mentre i gusti musicali variano a seconda dei tempi, la “musica sacra” ha un carattere perenne. Ci piace sottolineare: “ogni tipo di musica al suo posto”. All’interno della liturgia, esclusivamente musica sacra. D’altra parte, la “musica religiosa” può trovare posto nei momenti di evangelizzazione, nei gruppi di preghiera, ecc.
- Nel corso degli anni, il canto gregoriano, sia come musicologia che come «stile tecnico», è collassato, perlopiù dimenticato o dismesso. Generalmente, nella Chiesa Cattolica d’oggi, non si sente più musica gregoriana, se si escludono una piccola eccezione di chiese particolari. La cosiddetta christian music è divenuta la scelta primaria del popolo a scapito del gregoriano antico. Come vi sentite riguardo la situazione attuale? Vi sentite mai dispiaciuti per il graduale abbandono del canto gregoriano?
Ritengo opportuno citare qui la celebre frase di papa san Pio X, che fece sua san Giovanni Paolo II nel suo Chirografo sulla musica sacra: “Tanto una composizione per chiesa è più sacra e liturgica, quanto più nell’andamento, nella ispirazione e nel sapore si accosta alla melodia gregoriana, e tanto è meno degna del tempio, quanto più da quel supremo modello si riconosce difforme” (Motu proprio – Tra le sollecitudini). Considerando questo criterio, la perdita del canto gregoriano è una tragedia, poiché questo è il grande tesoro che lo Spirito Santo ha affidato alla Chiesa cattolica romana. Certo, questo oblio ci fa molto male, e quindi uno dei nostri grandi propositi è quello di aiutare a riscoprire la bellezza di questo tesoro “in via di estinzione”.
- In un mondo dove la cristianità sta venendo marginalizzata ed il secolarismo ha raggiunto l’apice, non è facile avere un ritorno o un seguito per un gruppo di musica sacra. Quali sono state le difficoltà principali che avete riscontrato durante il processo di formarvi, iniziare e farvi conoscere?
Proprio in un mondo secolarizzato si percepisce una nuova ricerca di trascendenza. Siamo rimasti sorpresi dalle reazioni positive di non pochi atei o appartenenti ad altre credenze, che sono stati profondamente toccati dalla trascendenza della musica sacra. In un’occasione, un vescovo ci ha invitato a portare questa musica ai giovani scolari. Quando eravamo in dubbio se questo tipo di musica fosse quello giusto per loro, ci ha detto: “Questa è la musica che la loro anima anela senza che loro lo sappiano”.
Visto che ci hai chiesto degli ostacoli: in alcune occasioni abbiamo riscontrato un certo pregiudizio nei confronti della musica sacra, soprattutto all’interno del clero. Sembra esserci una sfumatura ideologica di non credere a persone capaci di assimilare l’importanza del canto, o di pensare che tutto debba essere partecipativo e comprensibile per la ragione. Dalla nostra esperienza, però, possiamo attestare che dalle persone più semplici a quelle più colte sanno lasciarsi toccare dalla presenza di Dio e dal carattere celeste di questa musica. Vale la pena dire che, in molte occasioni, nei sacerdoti inizialmente riluttanti, i pregiudizi si sono dissolti mentre ascoltavano i canti.
- Qual è la vostra fonte primaria di ispirazione, sia musicale che spirituale?
La vita di preghiera e la sacra tradizione della Chiesa. Abbiamo imparato gran parte del nostro repertorio a Gerusalemme, dove si radunano tutte le nazioni.
- Produrre un album, che sia fisico o digitale, non è di certo un compito immediato. Vi si cela, difatti, un complesso processo creativo che prende luogo prima che qualsiasi cosa venga compiuta. Si può vedere, nel vostro sito ufficiale, che abbiate prodotto una serie di album nel corso degli anni. Conviene produrre un album, secondo voi? Continuereste a farlo?
Sì, è un lavoro intenso, ma crediamo decisamente che ne valga la pena, così come tutto ciò che serve per un autentico annuncio del Vangelo. Ricordiamo che con questa musica possiamo raggiungere anche cuori che difficilmente si aprirebbero all’annuncio che è loro rivolto a parole, mentre sono suscettibili alla bellezza. Quindi, se il Signore vuole, continueremo a registrare canti sacri finché possiamo.
- Nel nostro paese abbiamo alcuni dei luoghi più bello al mondo. Alcuni di questi sarebbero perfetti per ospitare uno «show» – un’esibizione – degli Harpa Dei. Si pensi, a mero titolo d’esempio, ai paesaggi naturali o ai castelli antichi che ivi sono presenti. Vi esibite mai dal vivo? Avete mai pensato di esibirvi in Italia?
Prima della crisi attuale, eravamo quasi senza interruzioni nei viaggi apostolici in relazione alla musica sacra. Adesso, invece, non siamo in viaggio, perché non vogliamo fare nulla che vada contro le nostre convinzioni, riguardo alle restrizioni e agli obblighi che vengono imposti ai cittadini. Tutto il futuro è nelle mani di Dio! Ma di per sé vorremmo molto cantare musica sacra in Italia, e così anche intercedere per la gerarchia ecclesiastica che lì ha il suo centro. Crediamo che abbia un grande bisogno di preghiera.
- Mi piacerebbe fare un piccolo passo dietro le scene. Vorrei poter vedere il processo tecnico di registrazione di alcune delle vostre performance. Quali strumenti utilizzate per la realizzazione di un video? Fate tutto da soli o potete contare su un qualche aiuto di tipo professionale?
Facciamo tutto noi. Abbiamo dei buoni collaboratori, che ci aiutano volontariamente, per carità; ma non una squadra tecnica.
- Se poteste suonare per il papa nella Santa Sede, quale composizione suonereste dinanzi a lui?
Avevamo il desiderio di cantare una Santa Messa con Papa Benedetto, conoscendo la sua grande sensibilità verso la Musica Sacra. In questo senso non avevamo in mente un canto preciso, ma la Santa Messa in quanto tale.
- Tra le numerose composizioni che avete realizzato fino ad oggi, la mia favorita è “Salve Regina“, seguita da “Ven Señor Jesús, Maranathá“. Qual è la composizione che preferite cantare per Gesù?
Infatti, ci piace molto anche cantare il “Vieni Signore Gesù, Maranathá”, per chiedere il Suo ritorno presto. Ma, per applicare la differenza che abbiamo evidenziato prima tra musica religiosa e musica liturgica, potremmo classificare questo canto come religioso; mentre, in ambito liturgico, la nostra preferenza è cantare la Santa Messa nel “vetus ordo”. Non potevamo non citare una canzone specifica che è la nostra preferita all’interno del coro gregoriano; piuttosto, ci “sentiamo a casa”, per così dire, in questa musica in quanto tale.
Grazie di cuore!
Un abbraccio in Gesù, nostro Signore e Salvatore, e in Maria, nostra Madre.
Fabio Arancio