C’è un rapporto di analogia che intercorre tra il giorno del Sacro Cuore di Gesù e la revoca della sentenza Roe v Wade, entrambe avvenute il 24 giugno. Il 24 giugno 2022 è stata difatti revocata Roe v Wade, la sentenza sull’aborto del 22 gennaio 1973. La revoca di una tale sentenza implica la vittoria della vita: ogni aborto fallito è il trionfo della vita stessa. È una vittoria attesa per cinquantanove anni, ed è avvenuta nel giorno della festività liturgica del Sacro Cuore.
Cos’è la Roe v Wade
Roe v Wade è la sentenza del 22 gennaio 1973 1, altresì impropriamente conosciuta come legge sull’aborto, che riconosceva l’aborto come diritto costituzionale ed «anche in assenza di problemi di salute della donna, del feto e di ogni altra circostanza che non fosse la libera scelta della donna». La sentenza non imponeva l’aborto in ognuno dei singoli stati federali e non lo fece divenire obbligatorio a norma di legge; di fatto, ne sanciva il diritto costituzionale, permettendo che ogni stato emanasse leggi favorevoli alla pratica dell’aborto.
- Roe v. Wade – 410 U.S. 113 (1973), leggi su supreme.justia.com.
La possibilità di abortire venne dunque riconosciuta come diritto anche qualora vi fosse la mera intenzione arbitraria di interruzione della gravidanza senza motivazioni particolari.
La sentenza venne discussa il 13 dicembre 1971, ulteriormente l’11 ottobre 1972 e decisa il 22 gennaio 1973. La sentenza emanò due princìpi:
- «l’aborto è possibile per qualsiasi ragione la donna lo voglia fino al punto in cui il feto diventa in grado di sopravvivere al di fuori dell’utero materno, anche con l’ausilio di un supporto artificiale. Questa condizione si verifica in media intorno ai sette mesi (28 settimane), ma può presentarsi prima, anche alla 24ª settimana»;
- «in caso di pericolo per la salute della donna, l’aborto è legale anche qualora la soglia oltre il quale il feto è in grado di sopravvivere al di fuori dell’utero materno sia stata sorpassata.»
La sentenza espressa dalla Corte condizionò le leggi dei 46 stati federali dell’epoca, dividendo il popolo in due posizioni distinte, pro-Roe (pro aborto) e pro-Wade (contro l’aborto).
La sentenza è stata annullata, dunque è cancellata: cosa significa?
Si legge nell’opinione della maggioranza scritta dal giudice Samuel Alito:
“La Costituzione non conferisce il diritto all’aborto; Roe e Casey vengono annullati; e l’autorità di regolamentare l’aborto viene restituita al popolo e ai suoi rappresentanti eletti”. 2
- Supreme Court Opinion, No. 19-1392, 24 giugno 2022.
L’implicazione giuridica che la cancellazione della sentenza comporta, necessita di una corretta esplicazione, affinchè si comprenda pienamente cosa significhi, senza possibilità di equivoci di interpretazione. La sentenza è stata ribaltata; ribaltata significa che è stata annullata, e questo comporta che non esiste più. L’aborto non viene più riconosciuto come diritto dalla Corte Costituzionale.
Tuttavia, per evitare qualsiasi equivoco interpretativo, va detto che la nullità della sentenza non proibisce in automatico l’aborto in ognuno dei singoli stati federali USA; l’aborto sarà ora materia di legislazione nel singolo stato, ed ogni stato potrà proibirlo, consentirlo o limitarlo, senza, tuttavia, che una sentenza costituzionale possa più proteggerlo.
L’aborto, da ora in poi, sarà dunque regolamentato dai singoli stati federali ed ogni stato potrà proibirlo in senso assoluto o limitarlo senza che vi siano contrasti con la Corte Costituzionale. La revoca della sentenza Roe v Wade è il preludio al futuro pro-vita auspicato nel corso del tempo.

La cancellazione di Roe v Wade è avvenuta il 24 giugno, giorno del Sacro Cuore di Gesù, devozione scaturita spontaneamente nel corso dei secoli ed in particolare dalla rivelazione privata a santa Margherita Alacoque.
La storia della suddetta rivelazione privata ricorda che: «La santa ebbe la prima apparizione della Madonna a 14 anni e la prima apparizione di Gesù il 27 dicembre 1673. Nell’apparizione, avvenuta a Paray le Monial (Francia), Gesù chiese alla santa che l’amore del suo Sacro Cuore si diffondesse nel mondo. In riparazione delle ingratitudini degli uomini, il Signore le chiese che si frequentasse la Santa Messa, in special modo nel primo venerdì del mese, con amore e con spirito di riparazione».
Una fioritura preliminare della devozione al Sacro Cuore si ebbe attraverso i santi e i mistici del tardo medioevo, tra cui Matilde di Magdeburgo (1207 – 1282), Matilde di Hackeborn (1241 – 1299), Gertrude di Helfta (ca. 1256 – 1302) ed Enrico Suso (1295 – 1366). Fu attraverso di essi che accrebbe ulteriormente, nel culto popolare e nei contenuti di fede propri della Chiesa, la devozione al Sacro Cuore di Gesù, al cui Cuore di carne furono legati gli apostoli fin dal principio. La devozione al Sacro Cuore è divenuta una festa liturgica solenne.
Vi è una correlazione che intercorre tra la vittoria della verità in ambito politico, una verità che è riflesso e manifestazione del pensiero divino, nel giorno della Solennità del Sacro Cuore. Non è casuale che la vittoria della luce sulle tenebre sia accaduta nel giorno in cui si sarebbe festeggiato il Sacro Cuore, fonte e apice di vita. La revoca della sentenza Roe v Wade è il trionfo della vita, la medesima che da Dio scaturisce e che in Dio esiste; se in Dio è incausata, essendo egli stesso la vita (Dio si identifica con la vita: è egli stesso vita), in noi è attribuita. In quanto tale, la vita che l’uomo riceve per attribuzione è dono.
Come ricevitore di un dono, l’uomo ha il dovere morale di proteggere ciò che di sacro ha ricevuto, facendosene custode fino al trapasso. L’uomo si pone come curatore del dono, non come autore e proprietario: da tale, non può disporre della vita come più gli aggrada. È proprio dell’obbligo morale dover proteggere e custodire la vita fin dal concepimento, rifiutando l’aborto nella maniera più assoluta. Questa vittoria colloca nuovamente la situazione politica statunitense allineata alla legge naturale, senza l’interferenza di una sentenza che sia in contrasto con il diritto naturale e divino.
La vittoria della vita avviene nel giorno in cui si festeggia la Vita stessa, persona incarnata, morta e risorta per noi. Dio non è nuovo nel preparare vittorie in giorni di festività liturgici. È solito far avvenire un particolare traguardo, di rilievo storico e culturale, in un giorno di festività liturgica. La vittoria dell’uomo, di natura orizzontale, manifesta l’intervento del trascendente, di natura verticale: è l’uomo che ottiene il trionfo del bene, mediante l’appoggio divino. È l’unione cooperativa tra l’orizzonte del creato e l’invisibilità dell’eterno.
Dio predispone la vittoria e ne supporta la riuscita, l’uomo coopera mediante il libero arbitrio, fornendo la sua volontà con sacrifico, costanza e continuità. È l’uomo che pone la mano a Dio, Suo Signore, Colui che sconfigge il nemico e predispone il fedele alla vittoria.
Quel che occorre fare, così come ci indica il senso del dovere, è di pregare per la corretta comprensione di cosa sia e non sia l’aborto, diffondere mediante una divulgazione scientifica la realtà obiettiva della soppressione del feto, aiutando i singoli, confusi e disorientati dai media, a comprendere che l’aborto è obiettivamente un omicidio ed in quanto tale è immorale.
La revoca di Roe v Wade mette un prima ed un dopo nella storia degli Stati Uniti d’America. Il lavoro fatto dal 1973 ad oggi è stato ripagato: apostolati pro vita, preghiere, collettivi di Rosari, attivismi e manifestazioni, Marce nazionali per la Vita hanno portato frutto ed ogni sforzo è stato pienamente ripagato. La vittoria è giunta ed il festeggiamento è lecito. La strada è in ascesa ed il futuro è pro vita: a noi proseguire quanto abbiamo appena costruito, ancorati al Sacro Cuore di Gesù e di Maria.