Esiste una guerra in atto contro il genere femminile. Ma prima di parlarne occorre una premessa: le soluzioni strategiche per distruggere l’uomo d’occidente sono cambiate. Non sono più necessariamente basate su una guerra fisica, ma intellettiva; non sono più una guerra dei corpi, ma una guerra di idee. Un tempo, le scelte che i politici al potere mettevano in atto per sottomettere o togliere di mezzo un popolo, erano prevalentemente fisiche: si invadeva, si faceva la guerra e si distruggeva. Oggi, si cerca di distruggerlo primariamente attraverso un processo interiore, etereo, che mira a manipolarne la ragione, distruggendone il legame con la realtà e facilitandone il controllo.
Piuttosto che invadere l’Europa mediante un atto bellico e imporre l’ideologia con la forza militare e politica, si sta semplicemente introducendo quell’ideologia attraverso delle tecniche di manipolazione mediatica di massa. Non per mezzo delle armi, ma attraverso un percorso mediatico – mondiale – di sensibilizzazione e normalizzazione. Esattamente come sta avvenendo con la normalizzazione della pedofilia. A posteriori subentra poi l’aggressività politica e militare nella divulgazione dell’idea, senza, tuttavia, un atto formale di natura bellica.
Le strategie di dissoluzione hanno adottato dei complessi sistemi culturali “brillanti”, fatti di slogan di massa (in maniera analoga a quelli che si usano per sdoganare l’ideologia gender), propagande ad effetto, contenuti culturali manipolatori, tecniche di manipolazione subdole, marketing aggressivo e petulante. Se vuoi distruggere la donna odierna, intaccale l’intelletto, già precario di suo per le carenze analitiche, indicale una via luciferina che si travesta di liberazione ed emancipazione e che la porti all’auto-distruzione.
Un insieme di poteri forti, di natura massonica ed elitaria, vuole lo sterminio della donna, la sua completa eliminazione storica e culturale, il suo completo annientamento psichico. Non solo in senso fisico, ma anche spirituale; vuole che la donna non sia più donna, ma un soggetto-oggetto ad uso e consumo del mercato. Vuole che la donna creda di essere “altro”, rifiuti se stessa e diventi ciò che un gruppo di massoni ha stabilito per la massa e che continua a stabilire ogni cinque anni. Vuole che la donna di oggi smetta di definirsi ed essere donna e diventi un prodotto fluido, costituto da culture artificiali e contro natura, generate con l’artificio della malizia. La donna – attraverso la molteplicità di malizie e di cattiverie che il perverso escogita – può essere indotta all’auto-dissoluzione in molte maniere.
Genesi 1, 27 Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò.

L’eliminazione della maternità è il primo obiettivo. Se c’è una cosa che il maligno ha preso di mira, e con esso e dopo di esso ogni confraternita massonica nemica della Chiesa, è la maternità. Se la maternità è un dono, la guerra alla femmina afferma che sia una forma di schiavitù congenita, di oppressione culturale. Se c’è una cosa che le corporazioni necessitano, è un aumento di produttività e di fatturato; se si convince la donna ad abdicare la maternità per sottomettersi ad un’azienda, questa ne trarrà guadagno a scapito della società intera. Sottratta la madre alla famiglia, questa decade in se stessa; se riesci a causare la distruzione della famiglia, riuscirai a far crollare ogni popolo.
Uno dei tentativi in atto prevede l’inversione della femminilità e la mascolinizzazione della femmina. Invertire il senso e il concetto naturale di femminilità e sostituirlo con un nuovo modello di femminilità, antitetico al modello originale, che distacchi la donna da ciò che è in natura e la faccia diventare l’opposto di se stessa. Se la donna è maternità, dolcezza, comprensione, calore, il nuovo modello prevede lussuria, sensualità, perversione, apatia, disinteresse ed egoismo. Ad ogni valore corrisponde un contro valore; ed è con l’insieme di questi «contro valore» che si costituisce “la nuova donna”, un modello spazzatura, tossico, che perverte la concezione stessa di donna privandola della dignità che le è stata conferita in natura da Dio.
Il modello naturale crea, cresce, educa; il nuovo modello si rifiuta di creare, crescere ed educare, gioisce solamente di piacere mondani ed effimeri, vive asservita all’industria maschile, subordinata al potere delle corporazioni e delle multinazionali, guidate da uomini, convinta di essersi “liberata” da una presunta e instillata forma di “oppressione”. L’inversione della femminilità prevede che la donna de-evolvi da donna-madre a creatura di consumo, perfettamente integrata nei modelli della società consumistica ed edonista. Non più una madre che educa le nuove generazioni contro lo spirito pagano del mondo, ma una creatura obbediente al mondo. Non più al servizio del prossimo, ma schiava del proprio orgoglio (come ricordato anche da don Fabio Rosini né “L’arte di Guarire”).
La mascolinizzazione sopprimere l’identità naturale, causando una trasformazione inesorabile che rende la donna la scimmia del maschio. Mascolinizzare la donna implica sopprimere, e dunque sostituire, le caratteristiche proprie dell’essere femminile, il quale “assorbe” le caratteristiche proprie dell’essere maschile, per divenirne una replica, una copia duplicata, parodica e ridicola. La femmina, spinta e manipolata ad essere come il maschio, agire come il maschio, non potendolo essere per ovvi motivi naturali, ne diventa una parodia; simultaneamente finisce per parodiare l’essere maschile e per parodiare se stessa. Questa mascolinizzazione, veicolata dalla perversa ideologia gender, mira a de-strutturare la donna, rendendola l’opposto di quello che è e che dovrebbe essere.
La sessualizzazione selvaggia, assoluta e continua è una delle forme di violenza primarie che si attuano verso e sulla donna. La sessualizzazione de-evolve la donna ad una creatura sessuale fine a se stessa, sviata dalla sua natura materna, dal suo ruolo nativo di educatrice del genere umano, sottomessa a qualunque gruppo di potere industriale ed usata come oggetto per il capitalismo. La sessualizzazione priva la donna del suo stesso intelletto, rendendola non pensante ed in quanto tale facilmente manipolabile; la sessualizzazione feroce, ad oggi e mai così prorompente, complice la nudità perversa che si è normalizzata attraverso i social, serve per ridurre la donna ad un oggetto di mercato; un oggetto che attrae per la vendita nonchè un oggetto in vendita.
Il corpo della donna è l’oggetto stesso del mercato mondiale, un mercato ideato e dominato da uomini; un oggetto-prodotto ad uso e consumo del pubblico, introdotto nei sistemi dell’industria del consumo sessuale, musicale, cinematografico, videoludico, stilistico, alimentare. L’oggettivizzazione femminile – rivenduta come emancipazione dell’io – priva la donna di qualunque presupposto di dignità, bellezza, utilità. La sessualizzazione non fa altro che ridurla ad un oggetto di consumo, sviandola dal suo ruolo materno, dalle sue capacità naturali, dal suo scopo “alto”. Se la donna è persona, la sessualizzazione afferma che è oggetto. Se Dio afferma la parità in spirito con l’uomo, la sessualizzazione mondana comporta la subordinazione all’uomo; non l’uomo di Dio, ma l’uomo del mondo.
Un ulteriore forma è la soppressione della donna con l’aborto selettivo: l’uccisione delle bambine nel grembo della madre prima ancora che queste nascano per il semplice fatto di essere femmine. L’aborto selettivo esiste e si attua da sempre in un gran numero di paesi nel mondo; esso, pur essendo applicato sia ai maschi che alle femmine, colpisce principalmente ed in larghissima parte la femmina, la cui soppressione viene coadiuvata da una serie di vedute culturali arcaiche e anti-cristiane e di interessi economici puramente diabolici. Secondo un rapporto del Population Research Institute, sono 24.561.345 le bambine uccise dal 2000 al 2014. Secondo Asia News, sono 60 milioni le bambine che mancano all’appello in India, poichè uccise nel grembo della madre tra il 2009 e il 2019.
Entro il 2030, ci saranno 6.8 milioni di bambine in meno nella sola Arabia Saudita. Secondo il report realizzato nel 2019 da Human Right Watch – abbreviato in HRW – e intitolato «Give Us a Baby and We’ll Let You Go», mancano 40 milioni di donne soppresse mediante l’aborto selettivo. Entro il 2030, Il 25% della popolazione cinese under 30 non troverà mai una donna da sposare. L’aborto selettivo genera profitti e permette un business da miliardi di dollari; l’uccisione della femmina è strettamente correlata ad interessi economici, frutto di un’umanità privata di Dio, corrotta e malata, oramai prossima all’abisso di se stessa.
Aborto selettivo: l’eliminazione della femmina nel mondo contemporaneo
Geremia 1, 5 «Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto; prima che tu uscissi alla luce, ti ho consacrato; ti ho stabilito profeta delle nazioni» L’aborto selettivo è una pratica che mira ad uccidere il feto – una vita umana – nel grembo della madre, sulla base del sesso, prima che questo nasca ed è generalmente applicato… Continua a leggere Aborto selettivo: l’eliminazione della femmina nel mondo contemporaneo
Keep readingLa guerra alla donna è per odio alla donna e non solo. È perchè qualcuno non sopporta che la donna non sia parte di un sistema di meccanismi e ingranaggi perfettamente collaudati, finalizzati al consumo e al profitto. È perchè qualcuno non sopporta l’esistenza della famiglia; perchè, se la guerra alla femmina esiste, è sopratutto per demolire la creazione delle creazioni divine: la famiglia tra uomo e donna. Così si distrugge un popolo: privandolo della famiglia. Ma per far sì che questa decada, bisogna abbatterne le figure portanti: il maschio e la femmina, l’uomo e la donna, il padre e la madre. Eliminata la madre, grazie ad una programmata guerra di idee contro la donna, rimane un ultimo ostacolo: il padre. La guerra alla femmina co-esiste con la guerra al maschio, due guerre virtuali che il maligno porta avanti per distruggere la famiglia.
«L’ultima battaglia sarà sulla famiglia» scrisse suor Lucia di Fatima al Card. Caffarra. Così è stato detto, e così è oggi; ma dinanzi l’immane distruzione dell’essere e del mondo, dell’uomo e della donna, sviati da Dio verso l’abisso, la parola di Dio ci rassicura, poichè le porte degli inferi non prevarranno.
Molto bello quest’articolo
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Grazie Maria 🙂
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