La pillola abortiva RU486 comporta l’espulsione di un bambino vivo all’interno del water

«Stiamo parlando di donne che vanno in farmacia, richiedono questi farmaci abortivi chimici molto pericolosi, tornano a casa senza alcun tipo di controllo medico, prendono queste pillole senza sapere davvero cosa succederà ai loro corpi, senza capire davvero cosa succederà dentro del loro grembo. Stanno mettendo questi bambini nel water, bambini completamente formati – 12, 14, 16 settimane di gravidanza – forse hanno un’emorragia nel loro bagno, incapaci di raggiungere una struttura di pronto soccorso, guardano nella toilette e vedono il loro bambino completamente formato che galleggia lì nel water» così ha parlato Abby Johnson, ex direttrice di una clinica di aborti – la Planned Parenthood, allegoria moderna del tempio satanico – ed oggi attivista pro-vita, durante l’evento CPAC del 2 marzo.

Si può affermare, con certezza matematica, la medesima che si ha nel dire che la balena viva nelle acque, che l’aborto sia un omicidio, poichè dimostrato scientificamente; è il creato ad aver comunicato che la vita inizi nel momento del concepimento e l’uomo, mediante l’uso della ragione, non ha potuto che convenire per obbligo di logica. Ne consegue che qualsiasi atto di soppressione della vita corrisponda sempre e comunque ad un omicidio; qualsiasi forma di aborto, sarà sempre e comunque l’omicidio di una vita in corso, indipendentemente da quali strumenti siano stati utilizzati per sopprimerla e da quanti mesi era in corso la gravidanza.

L’aborto è un omicidio: una dimostrazione logica e scientifica

Asserire che l’aborto sia un omicidio di primo grado prevede che si dimostri che lo sia. Non si può affermare senza dimostrare, altrimenti si cadrebbe in un sillogismo solipsista, soggettivo e personale, privo di fondamento apodittico. Dimostrare che l’aborto sia un omicidio prevede un percorso logico e scientifico: è possibile dimostrare che sia un omicidio… Continua a leggere L’aborto è un omicidio: una dimostrazione logica e scientifica

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La pillola RU486 è uno strumento abortivo, un mezzo per ottenere la soppressione della vita; viene utilizzata per espellere fisicamente il feto dallo stomaco, il bambino dal corpo della madre, direttamente nel gabinetto. Quello è accade è uno dei crimini più gravi che esistano; le modalità con cui avviene è uno degli atti più intrinsecamente malvagi che ci siano sulla terra. La sola parola, atta a descrivere ciò che avviene, è sufficiente per stimolare la mente ad immaginare. Le immagini decorrono nella mente da sole, idealizzando l’orrore: un bambino, vivo e formato, fuoriesce dalla vagina, viene espulso nel water, la madre si alza, a seguito dell’espulsione del suo stesso figlio, ed insanguinata tira la catenella del gabinetto, ed il bambino, non ancora morto, viene risucchiato nella fogna, aggiungendosi ai detriti e i letami che ne abitano le tubature.

Soltanto un intelletto dannato, ed in quanto tale puramente privo di Dio, può concepire un grado di crudeltà tale. Solo ciò che è puramente odio, può concepire qualcosa che sia puramente male, senza gradazioni intermedie. Le conseguenze della RU486 non sono avvenute neanche nei meandri dei campi di concentramento; mancava ancora che qualcuno espellesse un bambino vivo e lo tirasse nelle tubature delle fogne. È un crimine contro l’umanità di cui si dovrà rispondere; e basta questo per rendere il mondo attuale un inno vivente a Satana. L’espulsione di un bambino nel water è il punto di non ritorno dell’umanità intera.

Una testimonianza di una ragazza di 17 anni, tratta da abortionchangesyou.org e risalente al 2020, racconta: «Ho preso la prima pillola ieri, seguita da una terribile nausea, e la seconda oggi. Ero a casa da sola. È stato di gran lunga il peggior dolore che abbia mai provato. Meglio che nessuno fosse a casa, perché ho urlato come non avevo mai fatto prima, per ogni fitta che sentivo. Alla fine, ho sentito qualcosa muoversi dentro di me, e quando mi sono seduta in bagno, l’ho sentita uscire. Mi aspettavo un grumo di sangue: niente avrebbe potuto prepararmi a vedere quel suo corpo. Era del colore della mia pelle e in realtà iniziava a sembrare una persona. Non c’era niente altro che potessi fare tranne tirare lo sciacquone. Ora che il dolore fisico è finito, questa immagine mi perseguiterà per il resto della mia vita».

E ancora: «È passato meno di un giorno e farei già di tutto per ritornare indietro,  per prendere accordi per un’adozione, per conoscere chi avevo creato, per tenere in braccio la mia bambina e incontrarla di persona, viva. Non mi sono mai sentita così in colpa. Non mi importa di quelli che dicono che andrà tutto bene. Sfortunatamente, so che non andrà mai bene. Ero io l’unica persona che lei avesse mai conosciuto».

È possibile sentire l’esperienza di chi ha vissuto il dramma della RU486, ascoltando Rebecca, una ragazza che riuscì a salvare suo figlio dopo aver assunto la pillola.

Dinanzi le tenebre si dev’essere luce, affinchè l’ombra della notte sparisca al sopraggiungere del sole. Non possiamo togliere le tenebre se non agiamo secondo Dio. Siamo chiamati ad essere luce in Cristo in un mondo che ha intrapreso la via verso l’abisso, e che vuole trascinare l’umanità intera in questo abisso di tormento eterno. La preghiera, l’offerta della sofferenza e l’opera di sensibilizzazione debbono poter coesistere, moltiplicandosi con la libera donazione di ognuno. Ognuno di noi è chiamato a pregare, ad offrire le proprie sofferenze al Sangue Divino di Cristo e a realizzare opere che trasmettano la fede. Dobbiamo tenere a mente che, per quanto i figli delle tenebre possano cantare vittoria, la giustizia di Dio verrà, colpirà e rimetterà ogni cosa in ordine; le tenebre possono coprire il mondo con il loro manto, ma non potranno prevalere.

Galati 6, 7 Non vi fate illusioni; non ci si può prendere gioco di Dio. Ciascuno raccoglierà quello che avrà seminato.

Proverbi 11, 18 L’empio realizza profitti fallaci, ma per chi semina la giustizia il salario è sicuro.

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