La pedofilia è un crimine contro l’umanità, non è «sesso intergenerazionale»

La pedofilia in sé è un crimine contro l’umanità, un disordine mentale, un inclinazione deviata e perversa e un atto abominevole. Uno dei drammi della contemporaneità, mai così decadente e bisognosa di Dio, è la normalizzazione della pedofilia, un fenomeno storico, politico e culturale in atto da circa un secolo e più. Ad avallare la normalizzazione sono singoli autori, persone, uomini e donne, e con essi istituzioni, partiti politici, sistemi scolastici, associazioni e movimenti, che vorrebbero, all’unisono e con metodi e soluzioni differenti, invertire il significato percepito della pedofilia, normalizzare la pedofilia e renderla socialmente accettata, come se fosse un orientamento nativo e naturale di cui non preoccuparsi.

Una strategia subdola di normalizzazione è il cambio dei termini, atta ad invertire il significato dei concetti; cambiare la parola per diversificare il senso semantico che si associa alla parola stessa. Chiamata pedofilia ha un senso specifico e inequivocabile; chiamata «sesso intergenerazionale», acquista un senso ambiguo ed equivoco: ne viene meno la percezione obiettiva di gravità morale generalmente acquisita. Se nel primo caso non vi sono dubbi di cosa si stia parlando, nel secondo cambia totalmente il senso soggettivamente percepito. Il risultato è che la pedofilia in sé verrà vista non più per quello che è in natura, ma per qualcosa di diverso, di meno grave e più naturale: la strategia è difatti farla sembrare normale, naturale, non grave, non preoccupante, socialmente accettabile.

E quanto sta accadendo nel mondo, nell’indifferenza della società generale. Si sta assistendo ad una normalizzazione massiva che parte dagli Stati Uniti per poi approdare in Europa, con la complicità di docenti, figure istituzionali, personaggi popolari, università e istituti scolastici; il maligno ha dalla sua un esercito di serpenti e di asini come mai prima d’ora. Parliamo di Rachel Hope Cleves, docente di storia presso l’Università di Victoria, la quale ha realizzato un libro, intitolato «Unspeakable A Life beyond Sexual Morality» e pubblicato nel dicembre 2020 1; la terminologia attinente al fenomeno della pedofilia è stata cambiata, sensibilizzando ad una nuova concezione culturale; il vocabolo «pedofilia» è ora sostituito da «sesso intergenerazionale». Qualcuno potrebbe asserire che il cambio terminologico, da solo, potrebbe non bastare per attuare una normalizzazione formale, poichè andrebbe valutato il significato che l’autore associa intenzionalmente al termine; eppure, effettuate le dovute ricerche, vi assicuro che viene adoperato in maniera difensiva, divenendo un passo preliminare della Finestra di Overton.

  1. Non ho modo di esaminare interamente le 369 pagine del libro – tuttavia, ho avuto modo di reperire degli estratti.

Il libro è incentrato attorno alla figura di Norman Douglas (1868 – 1952), un uomo che fu accusato di stupro e aggressione sessuale di minori; fu arrestato e accusato di pedofilia nel 1916, dopo aver molestato un ragazzino di 16 anni, e fu ulteriormente imputato, nel gennaio del 1917, di due crimini contro due fratelli di 10 e 12 anni 2. L’autrice opera un linguaggio difensivo, criptico e ambiguo, parlando, nell’introduzione, di come «disincentivi politici, disagio viscerale, tabù culturali e limitazione delle fonti abbiano a lungo ostacolato la ricerca sul sesso adulto-bambino.»; insiste poi che «dobbiamo andare oltre queste barriere se vogliamo capire la politica sessuale contemporanea» e che «La pedofilia è il terzo binario della cultura contemporanea. Non c’è modo di capire il terzo binario se non quello di afferrarlo». A pagina 217, si legge: «il sesso tra uomini e bambini potrebbe essere sbagliato, ma lo era meno quando Douglas lo fece, perchè era Norman Douglas!»; notare l’utilizzo del verbo condizionale «potrebbe», mettendo in dubbio la gravità del rapporto adulto-bambino, esposta come possibilità e non come certezza.

  1. spartacus-educational.com, articolo di John Simkin, 1997, last update gennaio 2020.

Una recensione ad opera di Joseph Fischel, apparsa su notscheblog.com il 13 aprile 2021, approva spaventosamente il libro, affermando, a conclusione: «Può un adulto entrare a contatto sessuale con un bambino rispettando lui o lei come un agente morale, un uguale, indipendentemente se quel bambino è legalmente (o ontologicamente) capace di consenso? Non per girarci attorno, ma penso che Cleves risponderebbe sì (e così farei anch’io).» 3. Sintomi di indignazione e di disgusto scorrono nella mia mente, e nella mente di chiunque abbia un minimo di verità nel proprio cuore, alla lettura di queste parole.

  1. notscheblog.com, Joseph Fischel, 13 aprile 2021.

Il 17 dicembre 2020 è stata pubblicata un’intervista avvenuta su Zoom, dove Cleves ha così parlato della pedofilia: «Questo [pedofilia ndr.] è un termine controverso perché per gli standard del nostro tempo, non vediamo alcuna possibilità per il sesso tra adulti e bambini, lo vediamo come uno stupro, non nel quadro del sesso e della sessualità» 4; ha poi aggiunto «non uso il termine “sopravvissuto” o “abuso” per dare un senso alle fonti (si riferisce alle vittime, NdFabio), ma parlo molto di come potere, consenso, arbitrio, sfruttamento e violenza potrebbero essere entrate nella vita sessuale di Douglas (il soggetto del libro, NdFabio), per cui tendo ad evitare queste parole d’ordine nel discorso della pedofilia contemporanea, perchè credo che non catturino il momento storico» 5. Durante il corso dell’intervista, l’autrice ha banalizzato l’associazione della pedofilia alla “Qanon Cospiracy”, minimizzando il nesso tra pedofilia e satanismo e indicando questo linguaggio come «anacronistico» per «comprendere queste pratiche ai tempi in cui Douglas era vivo» 6.

  1. Video disponibile su youtube e pubblicato il 17 dicembre 2020, minuto 15 circa
  2. op. cit., minuto 16 circa
  3. op. cit., minuto 13 circa

L’ambiguità è uno strumento del demonio; tutto ciò che opera in maniera ambigua, confusa, incerta ed equivoca è contro la verità ed in quanto tale si pone contro Dio. La verità è determinata, specifica, univoca, non lascia traccia ad interpretazioni personali. Si può operare o secondo lo spirito di verità, che favorisce Dio, o secondo lo spirito di confusione, che favorisce il demonio; o l’uno o l’altro – non si possono servire due padroni. La normalizzazione della pedofilia è un crimine di cui si dovrà rendere conto a Dio, in questa vita o nell’altra. Conoscere le strategie di normalizzazione aiuta ad identificare dove opera lo spirito anticristico che imperversa ad oggi; si comprende, così, che la normalizzazione è prevalentemente costituita da discorsi e parole, finalizzate a normalizzare l’atto. L’anticristo, e chiunque operi sotto di lui, utilizza una dialettica strategica e confusionaria per sdoganare le perversioni, facendo uso di parole per invertire il senso dei significati. Poiché è attraverso la parola che Dio ha creato, ed è attraverso la parola che il demonio, scimmiottando Dio, opera confusione e distrugge.

Matteo 6, 24 Nessuno può servire a due padroni: o odierà l’uno e amerà l’altro, o preferirà l’uno e disprezzerà l’altro: non potete servire a Dio e a mammona.

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